Ad oggi, fine novembre, i precari di qualsiasi grado scolastico, non hanno ancora ottenutoil pagamento dello stipendio dal Miur (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca). In poche parole, i supplenti della Scuola italiana non ricevono il pagamento dello stipendio da settembre, cioè dall'inizio dell'anno scolastico 2015/2016. Il Ministero aveva fatto sapere che ci sarebbe stata un'emissione speciale il 13 novembre, slittata poi al 20, rassicurando tutti i precari della scuola ma, ad oggi, quasi tutti i docenti che si occupano di supplenze, non hanno trovano nessuno stipendio.

Quali sono i motivi di questo ritardo?

Il Miur e il Mef sono in stretto contatto per risolvere quanto prima questa situazione spiacevole. Il Mef ha spiegato che il ritardo è dovuto a "problemi di carattere amministrativo", senza specificare quali e senza indicare la strada seguita per risolvere il disagio. La nuova funzione della gestione applicativa delle retribuzioni sul portale Sidi, secondo l'A.N.A.AM(Associazione Nazionale Assistenti amministrativi), non ha funzionato. Le segreterie scolastiche, già carenti di personale, si trovano in grosse difficoltà. Solo qualche giorno fa, il Ministero ha rassicurato che a fine novembre sarebbero arrivati i soldi dell'ottanta per cento dei contratti per il mese di settembre e una parte di ottobre.

Non solo i soldi non sono per tutti, ma fino ad oggi pochissimi precari hanno trovato i loro stipendi accreditati sul conto.

L'ira dei sindacati

I sindacati denunciano questo sistema che sta portando tanti disagi agli insegnanti precari di ogni grado scolastico che spesso sono fuori sede e si trovano ad affrontare molte spese come l'affitto.

Il sindacato Anief ha dichiarato che se la situazione continuerà così, si passerà alla diffida da effettuare mediante un modello predisposto dallo stesso sindacato per poter chiedere i propri legittimi soldi.

Al momento, non rimane altro da fare che attendere ancora alcuni giorni e, se gli stipendi non saranno ancora pagati, agire di conseguenza con i mezzi consentiti dalla legge.