Arriva un’importante notizia riguardante l’ambito Pensioni, in particolar modo di quelle d’oro: a fine 2016 scade il decreto emanato il 1° gennaio 2014 dal Governo Letta che riguarda i pensionati che percepiscono tutte le forme di previdenza pubblica obbligatoria, e che consiste nel decurtare una piccola somma sugli assegni pensionistici più elevati. Una decurtazione che riguarda le pensioni che sono 14 volte maggiori dei trattamenti di base del fondo lavoratori dipendenti, ovvero 91.300 euro lordi all’anno. Il tutto è sottolineato nell’articolo 1, comma 486 della legge 147/2013, una norma che riguarda i pensionati che hanno svolto mansioni pubbliche elettive legate alla politica, dal Governo alle Regioni e alla provincie autonome di Trento e Bolzano.

Legge del Governo Letta

Questa norma consiste nel detrarre dalle pensioni sopra descritte 6% di trattenuta nel caso in cui la pensione supera di 14 volte la somma minima, quindi da 91.343,98 euro fino ad arrivare ad un massimo di 20 volte la soglia dei trattamenti di base del fondo lavoratori dipendenti, mentre da 20 a 30 volte il minimo il 12% mentre da 30 volte in poi la percentuale da trattenere è il 18% delle pensioni di base del fondo lavoratori dipendenti. Anche il Governo Berlusconi, tramite il decreto 98/2011, propose una norma simile ma fu bocciata dai giudici delle leggi con la sentenza 116/2013. Il motivo della non approvazione fu perché non rispettava i principi fondamentali di uguaglianza a parità di reddito.

Sulla norma del governo Letta, la Corte Costituzionale è ancora in fase di giudizio, soprattutto perché bisogna verificare se la decurtazione è, come già detto in precedenza, rispettosa dei principi fondamentali di uguaglianza nel caso di parità di reddito.

Legge non prorogata

L’unica certezza è che la legge 147/2013 non è stata prorogata e quindi è probabile che venga superata dal 1° gennaio 2017.

Di certo, non sappiamo come queste somme siano state utilizzate, secondo la legge tali risorse erano destinate agli esodati, mentre le somme relative alle pensioni d’oro riguardanti funzioni pubbliche dovevano essere utilizzate per piccole e medie imprese, progetti di innovazione e fondo garanzia prima casa. Soldi che poi sono finiti nei bilanci degli enti previdenziali e che quindi non si sa che fine abbiano fatto, e soprattutto chi li ha utilizzati.