Finalmente la riforma della Pubblica Amministrazione diventa realtà. Infatti,anche secon qualche settimana di ritardo (le previsioni davano i decreti attuativi pronti prima di Natale), entro i primi giorni di gennaio tutto sarà prontoci saràlo start-up della riforma. Il Ministro Madia e tutto il Governo Renzi tra difficoltà, polemiche e contestazioni hanno portato a termine il progetto riformatore. Ecco i punti salienti dei primi decreti attuativi in uscita, che comunquenon risolvono tutte le problematiche della PA. Infattilo sblocco dei contratti, l’età media troppo elevata dei dipendenti e l’Art.

18 da applicare o meno agli statali sono ancora situazioni lontane dall'essere risolte.

Riduzione dei comparti, cancellazione del Corpo Forestale dello Stato e Sanità

Passaggio fondamentale della riforma è la riduzione dei comparti, misura per la verità che non è una primogenitura della Madia ma è un provvedimento di Renato Brunetta quando era Ministrodel Governo Berlusconi. Su questo punto ormai ci siamo, i comparti passeranno da 11 a 4 con tutte le problematiche che si porterà dietro. L’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale incaricata dalla Madia, in accordo con i sindacati, ha dato il via libera alla riduzione. I comparti saranno quello della Sanità, della Scuola, degli Enti Locali e delle Amministrazioni Centrali.

Fatto questo, l’Aran cercherà di trovare la quadratura del cerchio per l’altra spinosa questione, quella degli aumenti di stipendio post sentenza della Consulta. Su questo le difficoltà saranno sicuramente tante se non si cambia la base di partenza della trattativa che è di 10 euro lorde, al mese, in più per ogni dipendente.

Cifra considerata irrisoria a fronte di 6 annidi blocco causato dal Decreto Salva Italia di Monti.Anche le Forze dell’Ordine saranno interessate da questa riforma, soprattutto il Corpo Forestale dello Stato che scomparirà e verrà annesso ai Carabinieri, venendo di fatto militarizzato.

Direttori Asl, partecipate, autorità portuali e camere di commercio

Nell’ottica della riduzione della spesa pubblica, importanti novità riguardano le Camere di Commercio che da 105 diventeranno 60. Il vincolo sarà lasciare vive quelle con almeno 75mila imprese iscritte ed almeno una per Regione o Città Metropolitana. Tagli anche alle società partecipate, quelle in cui partecipano come soci alcuni Enti Pubblici. La battaglia che accusa queste di essere tra le cause maggiori dello spreco di soldi pubblici è vecchia. Oggi si contano oltre 8.000 società partecipate, un numero alto che per alcuni è arrotondato al ribasso. La riforma prevede di chiuderne circa 2.000, quelle che hanno più consiglieri di amministrazione che dipendenti e quelle con fatturati irrisori.

Il progetto prevede anche di creare un pool di tecnici al Ministero che controlli tutte le partecipate per vedere se annualmente detengano i requisiti utili alla loro esistenza in vita. Chiuderanno anche 10 autorità portuali e rimarranno aperte solo quelle che la UE considera strategiche. Importante anche la nascita dell’albo dei Manager della Sanità, albo dal quale verranno presi i dirigenti delle varie Asl. Tutto il resto dei decreti in uscita (ricordiamo che alla fine saranno una ventina, ma usciranno successivamente), trattano della semplificazione del rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadino con la digitalizzazione degli atti e la trasparenza totale tra cittadino e PA.