La politica è in questo momento in vacanza ma le discussioni intorno alla riforma delle pensioni da mettere in campo nel 2016 non si fermano: da un lato, infatti, si assiste ad un intervento sulle pagine de IlManifesto di Susanna Camusso che spiega quale è la sua idea di previdenza e chiarisce qual è la piattaforma che si sta mettendo in piedi con CISL e UIL; dall'altro, arrivano i dati del LEF (l'Associazione per la Legalità e l'Equità fiscale) che spiegano in maniera chiara e limpida, come soltanto i numeri possono fare, qual è la batosta che negli ultimi anni ha colpito i redditi da pensione e da lavoro dipendente: l'Irpef, infatti, sarebbe profondamente ingiusta perché penalizza soltanto una certa tipologia di contribuenti.

Susanna Camusso e ultime news riforma pensioni 2016

Il 2016 si è aperto con un importante attacco che il segretario confederale della CGIL, Susanna Camusso, ha sferrato alle politiche economiche del governo Renzi. Le sue dichiarazioni mettono in discussione tutto l'operato dell'esecutivo in materia di lavoro e Pensioni: se è vero che va posta fine all'austerity, come lo stesso Matteo Renzi ha ripetuto in più occasioni, allora è necessario cambiare la politica economica e fondarla su altre basi. Per la Camusso, sono tre gli elementi che dovrebbero essere messi a fondamento di una vera riforma del lavoro e delle pensioni per il 2016: la centralità del lavoro e delle sue tutele; una politica redistributiva dei redditi (non devono pagare sempre gli stessi, cioè pensionati e lavoratori dipendenti); una riduzione progressiva delle disuguaglianze sociali.

Per quanto riguarda, invece, la riforma delle pensioni che il governo Renzi deve mettere in campo, la Camusso ha le idee chiare: la piattaforma con CISL e UIL è pronta a fare battaglia sull'uscita anticipata a 62 anni e sulla Quota 41 per i precoci.

Batosta Irpef e necessità di una riforma pensioni 2016

I dati del LEF sembrano arrivare proprio a conferma delle parole di Susanna Camusso: la riforma delle pensioni nel 2016 non può che passare attraverso dei principi di maggiore giustizia ed equità sociale e soprattutto fiscale: le cifre che stiamo per dare mostrano come a sostenere il peso della finanza pubblica siano proprio i pensionati e i lavoratori dipendenti.

Ecco alcuni dati che non necessitano di commento:

  • la pressione fiscale dell'Irpef su pensionati e lavoratori dipendenti è cresciuta dal 2003 al 2013 dal 75,59% all'80,23%;
  • riguarda proprio i pensionati l'incidenza maggiore che è passata dal 21,19% al 25,65% dal 2003 al 2013;
  • le imposte derivanti da reddito di pensione e di lavoro dipendente rappresentano più del 75% del totale in tutti gli anni di imposta analizzati

I dati sono chiari secondo Lelio Violetti del LEF: l'Irpef è alimentata sempre di più e con incidenza sempre maggiore dai redditi da pensione e da lavoro dipendente; le altre tipologie lavorative (autonomo, d'impresa, etc.), invece, hanno visto ridursi la pressione fiscale e dunque l'incidenza sul montante complessivo. Per aggiornamenti sulla materia fiscale e previdenziale , cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.