Molti giovani che hanno superato la trentina sono ancora in casa con i genitori perché non trovano lavoro, e quello del "posto fisso" sembra ormai un sogno d'altri tempi, tanto che la tematica ha pure ispirato un film di successo.Ma per quelli più tenaci potrebbe arrivare una svolta.

Forse molti non lo sanno neppure, ma lo scorso 15 dicembre, l'Unione Europea ha trovato l'accordo sul nuovo Regolamento sulla protezione dei dati, che non solo in Italia sostituirà l'attuale Codice della Privacy, ma anche in tutte gli altri 27 Paesi membri UE prenderà il posto delle attuali normative nazionali.

Perché dovrebbe interessare a chi sta cercando di emergere nel mondo del lavoro?

Tanto per cominciare, le nuove regole prevedono l'obbligo di nominare un responsabile delle protezione dei dati (il cosiddetto privacy officer) per tutte le pubbliche amministrazioni e le imprese che trattano dati sensibili a rischio elevato, e secondo le stime saranno circa 50mila le aziende pubbliche e private che entro due anni dovranno individuare soggetti capaci e preparati a cui affidare questo incarico.

Ma questo è solo lo scenario italiano, perché l'Italia è solo una delle 28 nazioni dell'UE, e le opportunità si moltiplicano per chi conosce l'inglese ed è disposto a viaggiare.

E' vero che gli head hunter e gli HR manager dovranno essere molto selettivi nel decidere chi assumere, perché si tratta di una materia decisamente complessa con problematiche che non possono essere gestite da consulenti improvvisati o da dipendenti tuttofare, e le violazioni del nuovo regolamento prevedono multepesantissime che arriveranno a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato globale dell'azienda.

Poiché il privacy officer è tutto meno che un lavoro per "raccomandati", è fondamentale avere determinazione per acquisire competenze e mantenersi costantemente aggiornati, perché la protezione dei dati e la privacy sono campi in cui l'applicazione della normativa rincorre puntualmente lo sviluppo tecnologico.

Ma le opportunità non mancano, e può davvero valerne la pena, dato che ci sono giovani che sulla protezione dei dati già ci hanno costruito una carriera, come Paolo Balboni, giovane avvocato bolognese di 37 anni, che su consiglio del suo professor Franco Ferrari, anni fa partì per un Erasmus a Tilburgo (in Olanda), dove seguì quasi per caso un corso di privacy e protezione dei dati personali.

Ovviamente, non è andato liscio come l'olio, ma quell'esperienza gli ha aperto un mondo che lo ha prima portato a rientrare in Italia per fare la gavetta in due noti studi milanesi, per poi iniziare una propria avventura imprenditoriale di successo il cui core business è basato oggi sulla privacy e sulla protezione dei dati.

Oggi Paolo Balboni è infatti alla guida di uno studio legale che impiega 15 professionisti italiani, ed ha più di 100 clienti attivi in tutto il mondo.

L'esperienza di Balboni è solo un esempio, ma è quanto basta per capire che le figure professionali del settore privacy saranno sempre più ricercate dalle aziende, e che l'introduzione del Regolamento UE spianerà ulteriormente la strada. Ovviamente, non c'è da perdere tempo, ed è necessario rimboccarsi le maniche, perché in primavera ci sarà l'approvazione della nuova normativa, e nei due anni che seguono chi intende proporsi come esperto di privacy dovrà farsi trovare pronto.