Le notizie sulle pensioni ad oggi 6 febbraio ci rivelano che i circa 24 mila lavoratori esodati rimasti fuori dalle sette precedenti salvaguardie hanno scritto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi per segnalargli ancora una volta la “vergognosa pagina della legislazione previdenziale italiana” che determina la loro precaria quanto incresciosa situazione. Gli esodati esternano al premier la loro delusione e la loro amarezza per la mancata solusione della loro vicenda.
Gli esodati scrivono a Renzi esprimendo amarezza e delusione
Dal premier non si aspettavano privilegi, scrivono gli esodati in una lettera fatta recapitare a Renzi, o soluzioni di favore né ulteriori stanziamenti di risorse, ma semplicemente di porre fine alla pagina vergognosa del sistema previdenziale italiano che li riguarda e che non ha trovato e non trova ancora oggi un'adeguata soluzione.
Fanno presente al premier, altresì, che invece di risolvere la loro annosa vicenda, il governo ha solo sottratto le risorse che erano state già destinate agli esodati dai precedenti Governi. “Rimane perciò ancora rotto il patto tra lo Stato ed oltre 24.000 suoi cittadini chiamati dispregiativamente esodati”. Questo l'amaro conclusivo sfogo degli esclusi e dei dimenticati che sollecitano l'approvazione di un'ottava salvaguardia per restituire loro il diritto alla sopravvivenza.
Flessibilità in uscita, rinviata al 2017?
Sul versante della flessibilità in uscita ancora oggi non vi è nulla di rilevante, anzi sul tema dellePensioni addiritturanon vi sono novità positive per i lavoratori, stando a quanto affermato nei giorni scorsi dal ministro al lavoro Giuliano Poletti.
Il ministro, infatti, contrariamente a quanto sempre sostenuto durante l'anno appena trascorso, ha dichiarato che il governo, sulla flessibilità in uscita per un piano strutturale complessivo del sistema previdenziale, formulerà una propria proposta ma non certamente in questi primi mesi del 2016. Se ne riparlerà con la prossima legge di Stabilità del 2017, ha dichiarato Poletti.
Con buona pace di chi ci aveva creduto e sperato.
Poletti boccia sia Damiano sia Boeri: proposte irricevibili
Da quanto affermato dal ministro, pertanto,pare proprio che il Governoprenda le distanze dalle proposte fatte sia dal presidente della commissione lavoro della CameraCesare Damiano, sia da quelle formulate dal presidente dell'InpsTito Boeri.Il Governo sembrerebbe intenzionato ad affrontare la questione previdenziale all'interno di un disegno organico di modifiche della legge Fornero, cercando soluzione condivise, certe e precise: Poletti, evidentemente, non ritiene idonee né perseguibili le ipotesi sia di Damiano (pensione anticipataad un’età di 62 anni con 35 anni di contributi, con una decurtazione dell’assegno fino ad un massimo dell’8 per cento) e sia di Boeri (anzianità anagrafica di 63 anni e 7 mesi e con una penalizzazione massima del 9,4 per cento).
Proposte che seppur formulate da due angolazioni diverse, potevano trovare una sintesi condivisibile in cui poter far convergere l'obiettivo del pensionamento anticipato. Un imprevedibile passo indietro che certamente non farà piacere né ai lavoratori in odore di pensione né alla classe politica che nella flessibilità e nelle promesse del governo aveva poggiato le sue riflessioni ed animato il dibattito sulle pensioni di questi ultimi mesi. La legge Fornero può attendere, i lavoratori possono rassegnarsi. Questo lo vedremo presto. Seguiteci, come sempre vi aggiorneremo.