Mentre si discute sui prossimi interventi per la riforma Pensioni 2016, sembra che il governo Renzi sia in procinto di discutere un riordino di tutte le prestazioni di carattere assistenziale in vista dell’emanazione di un provvedimento di contrasto alla povertà. Gli ultimi interventi di Tito Boeri e di Cesare Damiano hanno dimostrato come le proposte per l’introduzione di una riforma del sistema pensionistico che contempli la possibilità di un’uscita anticipata già ci sono e che bisognerebbe partire da quelle. Matteo Renzi, intanto, non torna sulla questione del sistema pensionistico da un bel po’ di tempo, ma il suo governo sta cercando di mettere in campo una ‘riforma’ di alcuni aspetti della previdenza che risultano essere particolarmente ‘delicati’.

Secondo la UIL, che ha lanciato un allarme piuttosto deciso sulla questione, il rischio è che si vada verso una dinamica piuttosto ‘originale’, quella di un Robin Hood che ruberebbe ai poveri per dare ai poveri.

L’allarme UIL e le novità sulla riforma pensioni 2016

Secondo la UIL, a partire da una serie di indiscrezioni giornalistiche che sono venute fuori negli ultimi giorni, l’intervento di riforma delle pensioni che il governo Renzi starebbe discutendo non è esattamente quello che si si attenderebbe. Il nodo centrale riguarda il contrasto e la lotta alla povertà, soprattutto per quanto riguarda la fascia d’età degli ultra 50enni e dei sessantenni che sono rimasti senza occupazione e senza poter accedere alla pensione.

Carmelo Barbagallo, segretario della UIL, ritiene che un intervento del genere sia più che dovuto, data la situazione del paese in questo momento, ma è la modalità attraverso la quale si intende ricavare le risorse economiche per il provvedimento che fa discutere e che attira decise critiche. Il governo presieduto da Matteo Renzi, infatti, avrebbe in mente una ‘razionalizzazione’ delle prestazioni assistenziali, comprese le pensioni di reversibilità e le integrazioni al minimo, il che si tradurrebbe in un modo di risparmiare su queste tipologie di interventi assistenziali.

In questo senso, la UIL parla di ‘rubare ai poveri per dare ai poveri’ perché le risorse proverrebbero sempre dalle fasce più deboli della popolazione. L’alternativa potrebbe essere soltanto una, secondo Barbagallo: finanziare il provvedimento attraverso la lotta all’evasione fiscale, battaglia che sembra essere stata messa in disparte da quest’ultimo esecutivo.

Tagli alle pensioni d’oro e novità riforma pensioni 2016

Sulla medesima questione è intervenuto, sulle pagine del sito Formiche.net, Giovanni Deriu, il quale ha lanciato un allarme di segno differente: le risorse per l’intervento sulla povertà potrebbero arrivare attraverso un prelievo sulle pensioni d’oro. Deriu ritiene che il provvedimento difficilmente possa arrivare prima delle elezioni amministrative per chiare esigenze elettorali, ma il pericolo sembrerebbe reale. Il problema riguarda proprio l’entità delle pensioni d’oro: in parole semplici, da quale cifra si considera un pensione effettivamente ‘d’oro’? In realtà il Piano Boeri di riforma delle pensioni per il 2016contiene proprio una proposta del genere: per finanziare la lotta alla povertà degli ultra 55enni, il Presidente dell’Inps chiede un ‘contributo di solidarietà’ sulle pensioni d’oro (da 3.500 euro lordi mensili a salire) e soprattutto un taglio ai vitalizi di politici e grandi manager pubblici.

Insomma, il discorso sulla flessibilità in uscita sembra passare in secondo piano, almeno per il momento. Per aggiornamenti sulla questione dei tagli alla previdenza e al sistema assistenziale, cliccate su ‘Segui’ in alto sopra l’articolo.