Il Ministero dell'Interno, lo scorso 9 marzo ha pubblicato un bando per selezionare un giornalista professionista che dovrebbe lavorare come addetto stampa. Detta così, può sembrare una gran bella notizia soprattutto per i giornalisti alla ricerca di un lavoro, che vedono dinanzi a sé l'opportunità di essere impiegati addirittura al Viminale. Peccato, però, che se il bando è assolutamente vero, è anche vero che al suo interno, per quanto riguarda la retribuzione, è chiaramente indicato che l'incarico verrà conferito "a titolo gratuito".

Sì, il Ministero guidato da Angelino Alfano cerca un giornalista che offra "prestazione intellettuale", che sia un professionista, che abbia una certa esperienza e che, soprattutto, sia disposto a lavorare gratis.

All'interno del bando, infatti, non solo non si fa riferimento ad alcun tipo di contratto, ma non si parla nemmeno di pagamento per prestazione occasionale, o di eventuale rimborso spese, nulla. Inoltre, è bene sottolineare che non si tratta di un incarico poco impegnativo, poiché la persona selezionata è chiamata a svolgere diverse attività. Tra queste, il giornalista dovrà occuparsi di "supervisione e consulenza" nell'ambito della comunicazione e informazione legata all'attività del Viminale, soprattutto per quanto concerne il fenomeno dell'immigrazione.

Inoltre, dovrà prendersi cura dei rapporti con la stampa nazionale e internazionale, e dovrà essere pronto a realizzare dei comunicati stampa.

Come se non bastasse, l'addetto stampa dovrà anche impegnarsi nell'attuare una serie di interventi volti a garantire "trasparenza nei confronti dell'utenza" e valorizzazione delle varie attività della Direzione Centrale del Ministero dell'Interno. Insomma, un lavoro duro e impegnativo da svolgere completamente gratis.

Addetto stampa gratis: l'indignazione del web

La notizia - manco a dirlo - in un battibaleno ha fatto il giro del web e dei social network. Dapprima ha "illuso" gli addetti ai lavori, attratti dalla pubblicazione, da parte del Ministero dell'Interno di un bando per giornalisti professionisti, e subito dopo ha indignato non solo la categoria, ma anche gli utenti di internet e tutti i lavoratori per l'assurda pretesa di assumere senza retribuzione.

Il Viminale è finito nell'occhio del ciclone non solo perché questa si configura come una mancanza di rispetto verso il lavoro altrui, ma anche perché, in ambito giornalistico, in questo modo non si fa altro che svilire un'intera categoria, "autorizzando" indirettamente tutti coloro che da oggi vorranno assumere reporter o giornalisti sia professionisti che pubblicisti, a farlo senza dover garantire alcuna retribuzione.