Un importo compreso tra i cinque ed i sette miliardi di euro, che potrebbe essere richiesto in via continuativa per diversi anni fino al raggiungimento di un nuovo punto di equilibrio: è questa la cifra in gioco nel dossier sulla flessibilità presentata al Governo dalla Commissione lavoro alla Camera. L'esecutivo è chiamato a decidere un intervento definitivo sul comparto della previdenza dopo che i pensionandi hanno fatto grandisacrifici in tema di aumento dei requisiti di quiescenza e di stop agli adeguamenti Istat, ma sullo sfondo resta sempre in essere il braccio di ferro in atto nei confronti di Bruxelles, che paventa un veto nei confronti di nuovi aggravi di bilancio.

A sottolineare la complessità della situazione è stato il sottosegretario Nannicini, che nella scorsa settimana ha parlato di "una battaglia complicata" proprio in virtù dell'esigenza di trovare la quadra sui conti, al fine di blindare l'eventuale provvedimento tanto nei confronti dei tecnici interni quanto di quelli dell'Ue.

Riforma pensioni 2016: dalle ipotesi tecniche a quelle politiche, resta il nodo penalità

Stante la situazione, sul tavolo dell'esecutivo ciò che al momento non sembra mancare sono le ipotesi di correzione; dall'approvazione della legge Fornero in poi si sono infatti moltiplicate le proposte di flessibilità, man mano che cresceva il pressing dei lavoratori per l'apertura dei criteri di pensionamento.

All'ormai nota pensione anticipata con quota 97 (62 anni di età più 35 di versamenti e l'8% di penalizzazione massima) si è affiancata anche la proposta Boeri, che prevede di garantire il prepensionamento con poco più di 63 anni e mezzo di età anagrafica, pur avendo acquisito 20 anni di versamenti e maturato un assegno di almeno 1500 euro al mese.

In questo caso, la penalizzazione della pensione corrisponderà a circa il 9%, mentre resta sempre possibile l'integrazione volontaria del pensionando al fine del raggiungimento dei requisiti previsti con la proposta. Vi è poi il nodo dei precoci, che chiedono di poter uscire con 41 anni di versamenti. Il piano Boeri prevede invece di aprire attorno ai 42 anni, mentre per i precoci chehanno accumulato versamenti antecedenti il diciottesimo anno si proponedi fruire comunque dell'uscita anticipata a63 anni senza l'applicazione della penalizzazione precedentemente esposta.

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