Uno studio della "Stampa" sulle Pensioni ha di recente analizzato i datidella famosa busta arancione dell'Inps. L'informativa verrà spedita a ben sette milioni di contribuenti italiani a partire dai prossimi giorni. Tale iniziativa, ideata dal presidente Tito Boeri, nasce con lo scopo di rendere il servizio pensionistico più trasparente per tutti i cittadini. La platea degli interessati sarà molto larga, dai cittadini a cui mancano pochi anni per il pensionamento fino ai ragazzi più giovani che potranno farsi un idea sul loro futuro. Alla luce della materia molto delicata, non sono mancate critiche a Boeri da parte della politica e dei sindacati, la cui reazione non si è fatta attendere.

Le critiche di Cesare Damiano sulla busta arancione

Sul tema pensione non può certamente mancare il commento del deputato del PD, Cesare Damiano, ex sindacalista e tra i massimi esperti del settore. La critica mossa a Boeri è quella di creare "allarmismo eccessivo tra i giovani" reputando l'aspettativa di pensionamento a 75 anni "non corretta". La motivazione di ciò sta nell'affermare che ci sono "troppi elementi aleatori impossibili da valutare" come ad esempio "la crescita stimata del PIL del 1,5% annuale" e la "previsione della carriera lavorativa". Damiano respinge anche le critiche di chi affermache il sistema pensionistico italiano attualmente non sia in equilibrio. Scorporando le voci di assistenza dal bilancio previdenziale si otterrebbe infatti una situazione sostanziale di equilibrio (180 mld entrate-180,5 spese).

Ma come cambierà la situazione nel tempo?

Pensione Giovani: nel 2030 il rapporto demografico sarà sostenibile?

Il problema legato alla pensione dei giovani si lega per forza di cose ai fenomeni demografici. Come dice il giornale la Stampa, nel 2030 inizieranno ad andare in pensione i nati nel 64' ovvero la cosi detta generazione del baby-boom (circa un milione e centomila persone).

Inoltre dal 2032 tutto il sistema previdenziale seguirà il regime contributivo. La combinazione di questi elementi potrebbe portare pensioni più basse e una difficoltà nel mantenere il sistema a ripartizione. La soluzione consigliata ai giovani dai politici è quella di provvedere, onde evitare sorprese, a forme di pensioni integrative sempre se vi sia reddito disponibile per farlo.