Paolo Pennesi, Direttore Nazionale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, durante il convegno "Il Lavoro che cambia", organizzato a Napoli, ha dichiarato che verranno messi in campo 5 mila ispettori per contrastare il fenomeno del lavoro nero. L’obiettivo è quello di porre un freno anche alla dilagante disoccupazione in Campania che, a tal proposito, purtroppo ha conquistato la maglia nera per quanto riguarda i dati ISTAT.

Infatti, solo l’anno scorso a Napoli sono stati scoperti 2 mila casi di lavoro irregolare e sono state sospese 350 attività commerciali.

Quest’anno, i primi 3 mesi stanno confermando gli stessi dati negativi. Ci penseranno dunque gli ispettori del nuovo organismo di controllo a mettere in campo energiche azioni di vigilanza, alleggerendo allo stesso tempo la pressione ispettiva sulle imprese. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, nato grazie al dlgs n.149/2015ha, infatti, l’intento di razionalizzare l’attività di vigilanza, nonché di evitare la sovrapposizione fra l’azione dei servizi ispettivi dell’Inps e dell’ INAIL con quelli ministeriali. Esso ha personalità giuridica di diritto pubblico, è dotato di autonomia contabile e organizzativa rispetto al Ministero del Lavoro da cui viene controllato.

Ispettorato nazionale del lavoro: a che punto è la riforma?

Nonostante i buoni propositi manifestati da Pennesi, ad oggi tale organismo si presenta ancora in fase embrionale, perché non esplica ancora nessuna incidenza sull’assetto normativo relativo alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Infatti qui non si registrano significativi cambiamenti, rispetto all’ordinamento vigente.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro sarà composto dal Ministero del Lavoro, dall'Inail e dall'Inps, senza tuttavia assorbire le competenze attribuite alle ASL. Bisogna sottolineare che, anche se si parla di coordinamento con i servizi ispettivi delle Aziende Sanitarie Locali, in termini operativi, rimangono solamente gli ispettori delle ASL a vigilare, ad esempio sulla nomina del medico competente, sull’elaborazione del Documento di Valutazione dei Rischi e sul rispetto degli obblighi formativi.

Gli ispettori del nuovo organismo, alla luce della riforma, svolgeranno quindi un'attività relativa allasicurezza sul lavoro, in parallelo alle altre funzioni che saranno di competenza degli ispettori delle ASL. Il controllo in materia di tutela del lavoro e contribuzione, invece, sarà ripartito tra l’Ispettorato Nazionale, INAIL e INPS (cui rimangono, seppur in via transitoria, dei poteri ispettivi).

Quali i compiti del nuovo Ispettorato nazionale?

Più nello specifico, agli ispettori del lavoro spetteranno la gran parte delle competenze già in capo al Ministero del lavoro, ovvero quelle sulla contribuzione obbligatoria, sulla sicurezza e vigilanza nelle aziende industriali, nei cantieri edili, sugli impianti ferroviari, sulle attività a rischio di radiazioni ionizzanti.

L’articolo 7 del Dlgs n. 149/2015, inoltre, prevede che il personale ispettivo facente parte dell’INPS e INAIL venga inserito in ruolo ad esaurimento negli istituti, dove continueranno a restare gli ispettori fino al loro pensionamento.

Entro il prossimo anno, l'organismo raggiungerà la piena operatività anche grazie all’organizzazione delle risorse umane e strumentali in dotazione allo stesso. Ultimo step sarà l’emanazione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che definirà lo statuto dell’organismo. Quest'ultimo, ora sotto l’esame della Commissione lavoro del Senato, dovrà poi essere adottato con Decreto del Capo dello Stato. Per altre info sul tema, potete premere il tasto "segui" accanto al nome dell'autore.