Uno stop preannunciato quello dell'accordo sulla mobilità 2016/17 della Scuola, siglato lo scorso febbraio tra Miur e sindacati. Da giorni circolava la voce che il via libera della Funzione Pubblica e del Ministero dell'Economia non sarebbe arrivato e oggi, comunica Orizzonte Scuola, il Ministero di Marianna Madia stoppa il contratto sulla mobilità a causa delle troppe perplessità. Mef e Funzione Pubblica hanno rilevato troppe questioni che scardinano da quanto stabilito dalla Legge 107, la cosiddetta "Buona Scuola". Tra i rilievi, indica l'accreditato sito, c'è la procrastinazione di un anno della chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici fissata per alcuni docenti.

Sempre per alcuni è stata stabilita la titolarità su scuola anziché su ambito, come previsto dalla riforma scolastica. In altre parole, i rilievi sono gli stessi punti che hanno creato discriminazione fra categorie diverse di neoassunti. Solo che a spingere allo stop del contratto è stato un altro motivo: la legge 107deve essere applicata alla lettera. E ora?

Conseguenze dello stop al contratto di mobilità 2016/17

Anche sulla mobilità 2016/17 i sindacati della scuola hanno fatto un buco nell'acqua, nonostante le numerose richieste al Miur. Non a caso altri sindacati come Unicobas e Cobas si sono concentrati nell'organizzazione di uno sciopero in grandea ridosso delle elezioni politiche. Nei prossimi giorni è previsto un incontro al Miur per chiarire i punti che non convincono Mef e Funzione Pubblica.

La conseguenza già accertata èche i tempi si allungano di certo e la tempistica della mobilità sarà tutta da rivedere. Il dubbio più grande è che questo possa influire anche sulle prossime assunzioni per l'anno scolastico 2016/17, causandone uno slittamento a causa della mancanza dei posti disponibili. Si spera che dall'incontro ne esca qualcosa di positivo, ma ormai sembra tutto un enorme pasticcio, da qualsiasi parte si guardi.

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