Tra le tante agevolazioni fiscali che sono state inserite nella Legge di Stabilità, quella sui premi di produttività dovrebbe essere importante per molti lavoratori dipendenti. Il decreto attuativo già pronto attende solo il via libera del Consiglio dei Ministri e reca le informazioni necessarie per i lavoratori. Vediamo di cosa si tratta soprattutto per quanto riguarda la tassazione dei premi 2016.

Bonus produttività 2016

Si tratta di una agevolazione prevista dalla nuova Legge Finanziaria, quella che è entrata in vigore dal 1° gennaio 2016. Consiste nella detassazione o tassazione ridotta della parte di stipendio che è legata al raggiungimento di obbiettivi di produttività aziendale.

Molte aziende italiane infatti utilizzano erogare premi di risultato ai propri dipendenti e proprio su questi che la novità interviene applicandogli una tassazione di vantaggio. Infatti, oggi le aliquote Irpef, l’imposta sul reddito, sono scaglionate, proprio in base al reddito dei lavoratori. Si parte dal 23% per redditi fino a 15.000 euro, per salire poi al 27% fino a 28.000 euro e al 38% fino a 55.000 euro. Per i premi legati alla produttività invece, l’aliquota applicabile sarà il 10%. In genere, l’azienda contratta con i sindacati gli obbiettivi da raggiungere e coloro che li raggiungono ricevono un premio massimo di 2.000 euro. È evidente che con la tassazione del 10%, il dipendente virtuoso, riceverà in busta un netto di 1.800 euro.

Pagamenti in busta paga o in voucher

Ripetiamo, al premio di produttività si applicherà il 10% di aliquota Irpef, solo però se il versamento del bonus sia in busta paga. Infatti, il lavoratore potrà optare su due vie per incassare questo premio: una in busta paga ed una in voucher. Se l’incasso con tutto il resto dello stipendio, procederà come abbiamo detto prima, per l’incasso con i buoni lavoro, la nessuna tassazione è prevista.

Infatti, coloro che scelgono la seconda via non perderanno neanche le 200 euro previste dall’aliquota agevolata al 10%. Questi buoni lavoro però non sono trasformabili in denaro contante, ma potranno essere utilizzati per comprare servizi che il datore di lavoro renderà disponibili ai propri dipendenti. Si tratta dei cosiddetti benefit, cioè asilo nido, trasporti, gite, borse di studio e così via, oppure per ampliare i versamenti nelle casse previdenziali integrative o sanitarie. In attesa che tutto venga approvato, i lavoratori possono già iniziare a calcolare quale delle due opzioni sia quella che conviene di più.