L'anno scolastico 2015/2016 chiuderà prima: tra il ponte del 2 giugno e le imminenti elezioni amministrative 2016 il calendario scolastico si fermerà alla fine di maggio. Le famiglie si ritroveranno, pertanto, con i figli a casa già a inizio giugno,quasia dispetto dell'apertura delle scuole anche d'estate che è l'argomentoche ha suscitato le maggiori discussioni nell'ultima settimana, dopo la presentazione del ministro Stefania Giannini del progetto "Scuole al centro".

Scuole chiuse per ponte 2 giugno e votazioni 5 giugno 2016

Con la festivitàdel 2 giugno che quest'anno cadràdi giovedì e l'occupazione delle scuole dal 3 al 6 giugno per permettere le elezioni comunali che riguarderanno oltre mille e trecento comuni italiani, lezioni e interrogazioni dovranno terminare massimo il 1° giugno prossimo.

L'eventuale ballottaggio alle elezioni amministrative richiederà, nuovamente, l'utilizzo delle scuole dal 17 al 20 del prossimo mese, con data di votazione prevista per il 19 giugno, prima degli esami di maturità che inizieranno giovedì 23 giugno. L'interruzione per le elezioni amministrative del 2016 in molte città non era nemmeno prevedibile: a Roma, ad esempio, si voterà per la caduta del sindaco Marino, evento non conosciuto nel momento in cui si è redatto il calendario scolastico dell'anno che sta per concludersi. L'associazione dei dirigenti scolastici ha denunciato da tempo il problema dell'interruzione dell'orario scolastico con la proposta di far votare nelle caserme. Ma dalla politica non c'è stata alcuna risposta alla proposta.

Scuole aperte, ma chi paga i docenti 'baby-sitter'?

L'apertura delle scuole soprattutto nei periodi estivi andrebbe a tamponare una spesa che spesso le famiglie devono sostenere da giugno per mandare i propri figli in centri estivi: in media, il costo varia da settanta a quattrocento euro a settimana, anche se si ricorre all'ausilio di una baby-sitter.

Proprio quest'ultima figura è l'equiparazione che i docenti fanno della propria professione nel sentir parlare di scuole aperte. Sottopagati già per il loro normale orario settimanale pieno, il progetto scuole aperte non lascia speranze di veder meglio retribuito il proprio lavoro. Chi non la vede in questo modo è un docente delle scuole primarie di Modena che ha scritto una lettera al quotidiano La Repubblica per segnalare che la sua Scuola era aperta nel mese di giugno e riapriva dall'ultima settimana di agosto già dall'anno 2000.

A tenere impegnati gli alunni, soprattutto figli di immigrati, erano sette maestre e determinati volontari e i soldi per pagarlisi trovavano dal fondo della scuola. Se la scuola aperta era fattibile quindici anni fa, è fattibile pure oggi.