Arrivano importanti novità sulle Pensioni nella giornata di oggi, 4 maggio, nello specifico sui ricorsi per la rivalutazione delle pensioni e nuove dichiarazioni da parte dei sindacati, all'indomani della manifestazione del primo maggio, che si è tenuta domenica scorsa e ha visto Cgil, Cisl e Uil sul piede di guerra contro il governo riguardo il tema della riforma pensioni. Si apprende che il Tribunale di Milano ha rinviato alla Corte Costituzionale i ricorsi presentati dai pensionati di cui vi avevamo già parlato nei mesi scorsi, ed inoltre le sigle sindacali sono tornate a parlare, indirettamente, dei lavoratori precoci.

In riferimento alle ultime novità sulle pensioni, si segnala la decisione del Tribunale di Milano sul ricorso per la rivalutazione degli assegni previdenziali. I giudici del capoluogo lombardo hanno accolto il ricorso dei pensionati, assistiti dall'associazione Aspes, rinviando alla Corte Costituzionale una delle partite più importanti per coloro che si sono visti negare con Monti prima, Letta poi, Renzi ora, la rivalutazione della propria pensione.

In sostanza, la corte del Tribunale di Milano ha rivelato principi di incostituzionalità sui blocchi della perequazione adottati dagli ultimi tre governi che hanno guidato il Paese dal 2011 ad oggi. L'Aspes ricorda come la Corte Costituzionale si fosse già espressa favorevolmente sulla illegittimità del blocco per gli anni 2012-2013, così ora il Tribunale di Milano pone i riflettori anche sul triennio 2013-2016.

Si informa che l'associazione Aspes invita tutti i pensionati a proseguire la propria battaglia per il riottenimento di quanto loro dovuto. Un'azione definita opportuna dall'associazione, anche alla luce della recente sentenza del tribunale meneghino. Vi sono infatti delle concrete possibilità che i cittadini interessati si vedano riconosciuti gli arretrati non corrisposti e l'adeguamento della pensione attraverso la corretta rivalutazione, prendendo in esame gli anni che vanno dal 2012 ad oggi.

Dalle ultime novità sulle pensioni emerge il pensiero critico da parte dei sindacati contro le recenti proposte del governo sulla flessibilità pensionistica. Domenico Falcomatà, segretario della Cgil nella regione Valle d'Aosta, è tornato sull'argomento della quota 41 per i lavoratori precoci, sottolineando come 41 anni di contributi siano più che sufficienti per accedere alla pensione. Il segretario invita il governo a trovare un sistema flessibile accessibile a tutti, tenendo conto delle diverse tipologie di lavoro svolte dai lavoratori.