Si fa rovente il dibattito intorno al tema riforma Pensioni, le ultime novità al 5 maggio giungono dal Premier stesso che nel corso del suo appuntamento settimanale 'Matteo Risponde' su Facebook è tornato a parlare di pensione anticipata, deludendo soprattutto i lavoratori precoci. La proposta di flessibilità in uscita che pare essere ormai all'attenzione del Governo si chiama APE e permetterebbe di anticipare, con una decurtazione sull'assegno pensionistico ultimo, l'ingresso in pensione solo per un certo periodo di tempo e per alcune fasce d'età.

In sintesi le principali informazioni sull'assegno anticipato e le forti perplessità dei precoci.

APE: in cosa consiste, chi neavrebbe diritto?

Il meccanismo di pensione anticipata va incontro a quegli "sfigati"nati nel 51-53,ha detto Renziironicamente,che hanno "perso il trenoa causa dello scalone secco", introdotto dalla leggeFornero. E sono rimastipenalizzati fortemente dall'aumento dell'età delle pensioni. La misura dovrebbe essere inserita già nella prossima Legge di Stabilità 2017. Per molti lavoratori che sui social hanno seguito l'intervento, e soprattutto per i precoci che sono soliti confrontarsi apertamente sul loro gruppo Facebook 'lavoratori precoci unitia tutela dei propri diritti', l'APE non rappresenta nessuna soluzione per il loro dramma previdenziale, anzi viene considerata 'l'ennesima buffonata' da parte del Governo.

Duro l'attacco di uno dei lavoratori precoci iscritti al gruppo, Cuore Pensante, che cerca di illustrare ai suoi compagni non solo i limiti della misura, così come pensata dal Governo, ma si rivolge al Premier dandogli del 'rottamatore prepotente'. In sintesi le parole del precoce, che ha ricevuto sotto il post pubblicato un paio di ore fa su Facebook molti commenti e likes.

APE non serve a nulla per i precoci, i motivi

"Egregio Rottamatore Prepotente - scrive il precoce che si firma Cuore Pensante - i nati nel 51-52-53, se hanno sempre lavorato come noi precoci, sono già andati in pensione quasi tutti entro il 2011 con le vecchie regole o con le nuove dal 2012. Quelli di loro non ancora in pensione, pur avendo 65-64-63 anni di età, sono quelli che non hanno 40-41-42 di contributi".

Va da sé, sottolinea il lavoratore, che l'APE non servirebbe certamente a risolvere il problema dei precoci e a garantire flessibilità in uscita ed il turnover generazionale tanto richiesto. L'unica soluzione, al più degna di essere presa in considerazione oltre alla quota 41, è il meccanismo delle quote; scrive: "Nessun intervento sulle pensioni potrà essere considerato equo e condivisibile se non tiene conto degli anni di contributi versati". Poi un invito al Premier a non "sparare altre fesserie" spacciandole per soluzioni, solo tenendo conto dell'anzianità contributiva si può fare "qualcosa di veramente equo e saggio". No dunque al prestito pensionistico e all'APE. Dello stesso parere molti dei precoci iscritti al gruppo Facebook che stanno commentando negativamente la proposta di flessibilità annunciata dal premier Renzi.