Archiviata la Festa del Lavoro 2016, rimangono i dati relativi a quel mondo di cui il 1° maggio dovrebbe essere la giornata celebrativa. E si tratta di dati amari, visto che, nonostante proclami e statistiche, pare che la gran parte degli italiani, alla ripresa, non ci creda affatto. A rivelarlo è stata la Demos Coop che, dopo aver intervistato un campione della popolazione, è arrivata ad alcunesignificative conclusioni, fra cui una, in particolare, che dice che il 70% degli italiani pensa che non sia vero che nel nostro paese si stia verificando una ripresa economica.

Poca fiducia e Jobs Act inefficace

Fiducia prima di tutto, dicono molti economisti, evidenziando l’importanza di un approccio positivo sui consumi e sulle aspettative di una popolazione. Una vecchia storia, alla quale spetta senz’altro una buona componente di verità, ma che non riesce di certo a imporsi come una vera legge. La fiducia serve, insomma, ma non basta a fare la ripresa: per quello, ci vuole ben altro. Tipo il Jobs Act? Sì, anzi no. No, perché il 92% degli intervistati sostiene che la riforma del mondo del lavoro varata dall’esecutivo Renzi non abbia funzionato. Il 40%, però, sostiene che i mancati effetti del Jobs Act siano da ascrivere al poco tempo trascorso. Secondo loro è ancora presto, in sostanza, per dare un giudizio di merito, pur osservando che di cambiamenti in meglio non se ne sono visti.

Pochisogni e desideri, l'importante è lavorare

Le domande circa l’aumento dei posti di lavoro a tempo indeterminato, poi, hanno scatenato risposte sprezzanti. Macché, ha risposto il 70% degli italiani intervistati: ad aumentare sono semmai gli impieghi di tipo precario, quando non quelli in nero. Forse, però, nonostante tutto, si può avere fiducia nel futuro?

Nemmeno: quasi otto persone su dieci non vedono come la loro situazione possa migliorare, almeno a breve o medio termine. In questo “tirare a campare” – se così si può dire – la notizia peggiore potrebbe però essere quella relativa al lavoro preferito, perché la notizia è che il lavoro preferito non c’è più. Lavoro autonomo o posto statale che sia, non c’è impiego che riesca a imporsi come il più desiderato dagli italiani.

Come dire, l’importante è lavorare, poi si vedrà. Per chi sembra destinato a andare in pensione a 70 anni, se non oltre, sogni e desideri sono un lusso che non ci si può permettere. Se non basta la fiducia a lanciare la ripresa, resta allora da capire cosa possa lanciare l’infelicità.