Prosegue la dialettica tra Governo e Parlamento sulla flessibilità in uscita dal lavoro, mentre escono nuovi dettagli in merito all'idea di creare un mercato dei prestiti Inps tramite un accordo tra istituto di previdenza pubblico e banche. "La proposta del Governo va capita meglio" spiega il Presidente della Commissione lavoro alla Camera, indicando un accordo "sull'anticipo con penalizzazioni ragionevoli", ma sottolineando la necessità che si porti a conclusione un intervento davvero "strutturale per tutti". Per questo motivo, il Parlamentare esclude quella che definisce come "la logica del prestito", mentre rilancia i meccanismi già previsti assieme alla bozza di legge 857/2013, con la quale si suggerisce di garantire l'uscita con 41 anni di contribuzione senza penalizzazioni ai lavoratori precoci e l'avvio della pensione anticipata con la quota 97, con un anticipo massimo di quattro anni rispetto agli attuali requisiti.

Pensioni flessibili, l'apertura del Governo un passo avanti importante

Stante la situazione, dalla Commissione lavoro alla Camera si torna a definire l'apertura del Governo come un passo in avanti notevolerispetto al recente passato. Secondo l'On. Damiano, sono stati importanti il supporto e le pressioni esercitate da politica e sindacati, visto che l'esecutivo ha finalmente deciso di discutere il tema della flessibilità previdenziale e di inserirlo all'interno della propria agenda di riforma. "Renzi ieri è uscito allo scoperto e per noi, che abbiamo sostenuto questo obiettivo nel corso degli ultimi tre anni, si tratta di un bel risultato" commenta il Parlamentare. Ma un importante richiamo è andato anche alla petizione avviata negli scorsi giorni in merito alla flessibilità previdenziale, che "ha già raccolto online oltre 13000 firme".

Pensioni flessibili: ecco i punti chiave dell'uscita con l'APE

Nel frattempo cominciano a delinearsi anche i dettagli della cosiddetta "Ape", ovvero laproposta di uscita anticipata dal lavoroelaboratadai tecnici del Governo. Secondo le ultime indiscrezioni, la misura dovrà distinguere tra disoccupati e lavoratori, prevedendo penalizzazioni differenti sulla base dello stato di bisogno del pensionando.

I primi (assieme a chi ha svolto mansioni usuranti) avranno le tutele maggiori vista l'evidente difficoltà nel riuscire ad inserirsi nuovamente nel mercato in età avanzata. Chi invece desidera esercitare un'opzione volontaria di uscita sarà chiamato a pagare una penalizzazione più alta. Restano poida chiarire le situazioni particolari, come quelle dei lavoratori precoci che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che ora sonoesclusi dal pensionamento a causa dell'innalzamento dei criteri di quiescenza avvenuto con la legge Fornero, Oppure i quindicenni o i lavoratori che hanno cumulatonumerosi cambi di impiego e che presentano perciò carriere senza carattere di continuità.

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