Di questi tempi nel mondo della Scuola sono molte le certezze rimesse in discussione: non solo da una parte le novità introdotte con la recente riforma, ma anche chi è riuscito a guadagnare faticosamente un posto di ruolo prima della Buona Scuola, rischia oggi di vedersi negato tale diritto e addirittura il licenziamento. Stiamo parlando di migliaia di idonei vincitori del concorso 2012 indetto dall’ex ministro Profumo che negli ultimi giorni stanno vivendo un vero e proprio incubo. La recentissima pronuncia del Consiglio di Stato ha infatti rovesciato la sentenza di primo grado emessa dal Tar del Lazio che aveva ammesso con riserva migliaia di concorrenti (che non avevano superato il test preselettivo) successivamente entrati in ruolo o che addirittura stanno finendo l’ultimo anno di prova.

Il concorso Profumo e lo sbarramento ai test

Lo scorso concorso scuola del 2012 richiedeva per l’ammissione un punteggio minimo ai test preselettivi di 35/50, una soglia che rapportata in scala dieci corrisponde non alla sufficienza ma a 7 decimi. Sostenendo tale argomentazione, ritenuta ragionevole dal Tar, migliaia di candidati hanno potuto accedere così al concorso e arrivare fino alla fine. Tuttavia, malgrado l’accoglimento del ricorso, l’ammissione continuava ad essere “con riserva” (e non consentiva perciò l’assunzione definitiva) fino allo scorso 30 luglio 2015 quando, la riserva è stata sciolta e i ricorrenti “inseriti nella graduatoria di merito”. Da ciò finalmente migliaia di insegnanti hanno potuto essere assunti la scorsa estate.

Migliaia a rischio licenziamento?

Tuttavia, a distanza di quasi un anno, i giudici di Palazzo Spada hanno rilevato che tale sbarramento che ha comportato l’ammissione con riserva da parte del Tar sia “non irragionevole”, decretando pertanto con un’ordinanza del 20 maggio la sospensione di dal e sentenza. Si apre così per tutti gli interessati un limbo surreale da cui non si sa bene come si uscirà: i più allarmisti parlano già di licenziamenti, altri il decadimento dal ruolo, mentre i più ottimisti (in ragione soprattutto dei numeri coinvolti) sono fiduciosi in una sanatoria. In ogni caso si attende la prossima udienza del Consiglio di Stato fissata al prossimo 20 dicembre per sapere se i giudici di Palazzo Spada confermeranno o smentiranno tale orientamento.