La questione della Naspi, il nuovo sussidio di disoccupazione e delle penalizzazioni per molte categorie di lavoratori è sulla bocca di tutti. La massima espressione delle problematiche scaturite dal nuovo sussidio, emanato dal Governo Renzi ed in vigore dal maggio 2015, è la durata che, per diversi soggetti, risulta molto accorciata rispetto alle precedenti versioni degli ammortizzatori per disoccupati. Il problema che i lavoratori del settore turistico, i cosiddetti stagionali, hanno messo al centro di una loro battaglia contro le istituzioni, non riguarda solo loro, ma anche i lavoratori della Scuola che, purtroppo per loro hanno ancora contratti precari, nonostante la riforma della “Buona Scuola”.

Il problema è che pochi ne parlano e forse pochi immaginano quello che a breve succederà alle loro tasche.

La Naspi si basa sul lavoro degli ultimi 4 anni

Il nuovo sussidio per disoccupati involontari, quelli che hanno perso il lavoro perché licenziati, perché hanno visto finire il loro contratto o nella peggiore delle ipotesi per dimissioni con giusta causa, ha una durata pari alla metà delle settimane lavorate nei 4 anni precedenti. In parole povere, un lavoratore che abbia lavorato ininterrottamente per 4 anni, se perde il lavoro nel 2016, potrà percepire fino a 24 mesi di sussidio. Il sussidio eroga massimo 1.300 euro al mese o il 75% di quanto percepito mediamente di stipendio, ed inizierà a ridursi a partire dal 4° mese di percepimento fino a dimezzarsi negli ultimi mesi.

È evidente che la natura normativa del sussidio, avvantaggia i lavoratori in continuità di assunzione rispetto a chi ha lavori saltuari e discontinui. Il tipico esempio degli stagionali è simile ai docenti della scuola, quelli senza contratto fisso che vengono spostati da una scuola all’altra ogni anno scolastico e che hanno contratti che nascono durante un anno scolastico e muoiono con la chiusura dello stesso.

Per loro, non essendoci lunghi periodi di lavoro negli anni precedenti, il rischio di percepire pochi mesi di sussidio è concreto e reso certo già dalla base normativa della Naspi.

Sussidio ridotto a pochi mesi?

Il motivo per cui si parla molto di stagionali e poco dei precari della scuola è relativo alla tipologia di lavoro di questi ultimi.

Molti docenti infatti, a giugno chiuderanno un rapporto di lavoro ed a settembre, con un certo ottimismo, ne apriranno un altro. In genere, i 4 mesi di buco contrattuale vengono coperti dalla disoccupazione ed anche la Naspi verrà percepita normalmente. Il problema si verificherà se il docente non riuscirà a ricollocarsi al lavoro o se riuscirà a farlo ad anno scolastico 2016/17 già in corso. In questo caso, rischieranno di rimanere senza copertura per molti mesi. Infatti, la norma prevede che se è vero che la Naspi sarà erogata per la metà delle settimane lavorate nel quadriennio precedente il 2016 è altrettanto vero che tutti i periodi già coperti dai vecchi ammortizzatori sociali, Aspi, Mini Aspi, Requisiti Ridotti e DSO.

Un precario della scuola, che magari ha lavorato nell’ultimo anno solo 4 mesi, cioè da febbraio a giugno 2016, se ha già percepito negli anni passati i sussidi di disoccupazione, percepirà solo 2 mesi di disoccupazione, fino ad agosto. Se per esempio, questo stesso lavoratore non riuscisse a trovare una cattedra per settembre, ma fosse chiamato soltanto a febbraio 2017, rimarrebbe senza reddito per 6 mesi.