Concorso Scuola 2016 e riforma scolastica sono ancora gli argomenti di un intervento del ministro Stefania Giannini, che nella prima giornata della maturità si mostra positiva come sempre alla trasmissione Unomattina. Sembra che i risultati delle elezioni comunali dei giorni scorsi, in cui il popolo della scuola ha contribuito a dire #nonvotoPD, non la scalfiscano. Parlando della riforma della scuola, sostiene la necessità di attuarla al meglio, nel rispetto dei tempi "e dando continuità ai cambiamenti". Insomma, il Governo ha intenzione di portare avanti quello che ha iniziato.

A quanto pare nessun cambiamento da rischio 'caduta politica' all'orizzonte.

Giannini e riforma scolastica: 'serve dare continuità alle leggi'

Stefania Giannini non ha dubbi su cosa fare della riforma imposta al mondo della scuola: "serve dare continuità alle leggi", ovvero attuarle. Cita poi l'alternanza scuola-lavoro e il piano digitale come esempi di attuazione che vengono portati avanti. Naturalmente, anche se lei non li cita, sappiamo che vi sono ancora i decreti che riguardano il sostegno, la scuola dell'infanzia, il reclutamento dei docenti e altri, che devono ancora essere messi a punto.

Concorso 2016: 'si torna alla Costituzione'

Grazie al concorso scuola 2016, secondo il ministro Giannini, si torna alla Costituzione.

Naturalmentesi riferisce al metodo di reclutamento dei docenti, ma la Costituzione citata nel contesto della riforma scolastica per cui al momento esiste una raccolta firme per un referendum abrogativo che punta sui punti anticostituzionali della legge 107, suona alquanto male. Nonostante le problematiche del concorsone siano state evidenti, secondo la Giannini i tempi e l'organizzazione sono stati rispettati senza difficoltà e da settembre 2017 l'età media dei docenti si abbasserà di dieci anni.

Ha parlato di orali a luglio, sebbene le notizie dei giorni scorsi abbiano lasciato trapelare la possibilità che per alcune classi di concorso gli orali si tengano a settembre. Insomma, per il Miur va tutto bene. Allora perché per i docenti, no?

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