Continuano a mantenersi accesi i riflettori dell'opinione pubblica sul tema della flessibilità previdenziale. È stato infatti comunicato il raggiungimento delle 46mila firme in merito alla petizione avviata sul sito "Progressi" a favore della proposta di legge 857 del 2013. L'importanterisultato unisce le adesioni raccolte online (che sulla base dei dati offerti dai promotori hanno già superato le 26mila unità) con quelle ottenute attraverso i moduli cartacei. "La petizione è indirizzata al Presidente del Consiglio e ai Presidenti di Camera e Senato a sostegno della proposta di legge 857 Damiano, Gnecchi ed altri per l’introduzione di un criterio di flessibilità delle Pensioni e per i lavoratori precoci", si legge sul sito destinato a raccogliere il supporto dei cittadini.

L'iniziativa è destinata comunque a proseguire, visto che il prossimo obiettivo per le adesioni online è stato fissato alle 35mila unità.

Riforma pensioni e flessibilità: lo scopodella proposta 857/2013

Ricordiamo che la proposta di legge 857 del 2013 prevede l'avvio della flessibilità previdenziale tramite la cosiddetta pensione anticipata con la quota 97, che una volta approvata risulterebbe accessibile a partire dai 62 anni di età (rispettoai 63 proposti con l'anticipo pensionistico APE) e con almeno 35 anni di contribuzione. In merito ai lavoratori precoci si chiede invece di garantire la quiescenza con almeno 41 anni di versamenti, mentre altri interventi di equità chiedono l'avvio dell'8va e ultima salvaguardia in favore dei lavoratori esodati, il monitoraggio dell'opzione donna e l'eliminazione delle ricongiunzioni onerose.

Infine, la petizione supporta l'utilizzo delle risorse già accantonate presso il Fondo apertoin favore dei lavoratori che hanno svolto attività usuranti,oltre alla creazione di un nuovo meccanismo di adeguamento all'inflazione delle pensioni di importo medio - basso.

Pensioni 2016: prosegue discussione sulle ricongiunzioni onerose

Proprio il tema delle ricongiunzioni onerose appare di particolare attualità, non solo perché un intervento correttivo è stato già sollecitato dal Parlamento e dallo stesso Presidente dell'Inps, ma anche perché sarebbe presente tra le proposte al vaglio di Governo e sindacati.

I lavoratori colpiti vivono un'ingiusta penalizzazione perché si trovano ad essere ostacolati dopoaver effettuato versamenti su gestioni diverse, a causa di una carriera lavorativa discontinua. Le principali richieste correttive prevedono quindi di garantire la quiescenza attraverso la ricongiunzione gratuita dei versamenti, ripristinando la situazione ante D.l. 7872010 e favorendo un ricorso non oneroso anche verso la totalizzazione. Un simile intervento correttivo potrebbe garantire la quiescenza nei confronti di quei lavoratori che pur avendo passato di poco i 60 anni di età, hanno accumulato oltre 42 anni di versamenti, avendo maturato il diritto formale al pensionamento senza poterlo impiegare per via del costo eccessivo richiesto per la ricongiunzione della contribuzione presente in diverse gestioni.

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