L’anticipo pensionistico o APE, lanciato dal Governo è sempre in rampa di lancio, anche se la facilità con cui sembrava dovesse essere predisposto, nelle ultime ore ha lasciato il campo a dubbi e perplessità. Per le altre necessità previdenziali invece, tra malcontento, delusione e scoramento, il Presidente della Commissione Lavoro Damiano è in continuo pressing sul Governo. Il 29 giugno, intervenendo al programma televisivo “La Gabbia”, Damiano è tornato a parlare di esodati, precoci e donne.

Chiudiamo la partita esodati prima che i soldi vengano usati per altro

Se in un primo momento, qualsiasi discussione sul tema previdenziale, dalla flessibilità in uscita fino ai lavori usuranti, verteva sulla necessità di abrogare e sostituire la Legge Fornero, dopo i ripetuti incontri tra Governo e Sindacati, sembra che qualcosa sia cambiato. Per esempio, l’APE, l’anticipo pensionistico concesso dal Governo attraverso un prestito bancario ad ogni pensionato, tutto fa tranne che cancellare la Legge Fornero, anzi la lascia perfettamente in piedi. La durezza e gli inasprimenti inseriti nel mondo previdenziale nostrano dalla Fornero restano a gravare sui lavoratori anche con l’APE perché l’età per andare in pensione davvero, anche con il nuovo strumento ideato dal Governo, se mai sarà approvato, resta sempre quella stabilita dal Governo Monti, a 66 anni e 7 mesi (e salirà ancora con l’aspettativa di vita).

Anche la questione dei senza tutela, i cosiddetti esodati, soggetti lasciati senza lavoro e pensione proprio dalla Fornero, non è ancora chiusa. Per Damiano, intervenire subito per completare il lavoro fatto in aiuto di questi “sfortunati”, deve essere una priorità. Il Presidente chiede all’Inps di relazionare sui risparmi e sui risultati delle precedenti salvaguardie per verificare quanti ancora vanno aiutati e per chiudere una volta per tutte il fenomeno.

Necessaria quindi l’ultima salvaguardia prima dell’estate, della manovra di autunno e del referendum che potrebbe portare uno scossone a Governo e politica. L’intervento immediato è reso necessario anche dal fatto che più tempo passa, maggiore è il rischio che i soldi disponibili nel Fondo per le salvaguardie, che sono sostanzialmente soldi destinati proprio ad aiutare gli esodati, vengano destinati ad altre urgenze anche esterne al tema previdenziale.

Petizione e firme quota 41

Le notizie provenienti dagli incontri Governo-sindacati hanno portato delusione anche per i lavoratori precoci, quelli di quota 41 per intenderci. L’APE, essendo un provvedimento per chi arriva a 3 anni dalla pensione di vecchiaia, non centra niente con le prerogative dei precoci e della pensione anticipata a cui sperano di accedere. Quota 41 infatti, sarebbe un istituto che consentirà a chi ha iniziato a lavorare in tenera età, di lasciare il lavoro per andare in pensione appena raggiunti i 41 anni di versamenti, senza tener conto dell’età, senza penalizzazione e senza prestiti di banche ed istituti di credito.

Nelle ultime settimane sembra che l’argomento sia del tutto accantonato, con l’interesse dei legislatori rivolto quasi esclusivamente sull’APE e sui correttivi a lui destinati.

Il 6 luglio però saranno depositate le firme raccolte a sostegno del DDL 857 di Damiano, quello che tra l’altro spinge per quota 41. Prevista anche una conferenza stampa del presidente per lo stesso giorno proprio sul tema. La speranza è che questo sia una ennesima spinta al Governo a prendere provvedimenti. Attese novità per le donne perché a settembre saranno pubblicati i risultati del contatore di opzione donna con eventualmente l’estensione del provvedimento a più lavoratrici. Le lavoratrici vanno tutelate anche quando si dedicano ai lavori di cura della famiglia, questo dice Damiano rimarcando i dati INPS che sottolineano come le Pensioni al femminile siano statisticamente più basse di quelle degli uomini.