"Parliamo di ricongiunzioni onerose, di gestione separata e di contributi silenti: ma si può accettareche il costo da sostenere per ricongiungere contributi versarti in diverse gestioni possa essere quantificato per un importo pari o quasi all'ammontare dei contributi stessi?". Se lo chiede la co-fondatrice del Comitato Opzione Donna Orietta Armiliato, all'interno del gruppo dedicato alle lavoratrici presente su Facebook. Il tema appare particolarmente difficilevisto che da anni i lavoratori chiedono un intervento sul problema, anche perché di fatto si va a penalizzare i lavoratori che hanno già vissuto una situazione di disagio dovuta ai cambi lavorativi ed alle carriere discontinue.

Spesso si tratta di persone che hanno perso il lavoro in età avanzata e che sono riuscite a reinserirsi solo in via estemporanea o con contratti legati ad una contribuzione destinata alla gestione separata Inps.

Riforma pensioni e ricongiunzioni: il paradosso dell'opzione donna

Proprio le lavoratrici che potrebbero accedere alla quiescenza tramite il meccanismo dell'opzione donna appaiono tra le più penalizzate dalle ricongiunzioni onerose, in virtù del fatto che il meccanismo sperimentale prevede il ricalcolo dell'assegno pensionistico sulla base dell'effettivo montante versato. "Il Comitato opzione donna ha intrapreso tra le altre una nuova battaglia - No alle ricongiunzioni onerose - semplicemente perché è assolutamente insensato dover pagare un mucchio di quattrini per riunire i contributi versati in più fondi in modo che risultino in un unico estratto conto contributivo" ha ricordato la Co-fondatrice Anna Rampello.

"In molti non si possono permettere una spesa così elevata né di dover rinunciare ad una buona fetta di pensione; noi, dunque, ci opponiamo a questa norma vessatoria e andiamo avanti sperando che la logica prevalga". Prosegue sulla stessa lunghezza d'onda Armiliato, domandandosi ancora se"si può razionalmente tollerare che con il sistema contributivo non si possano sommare contributi solo perché battezzati con un diverso nome e residenti in un conto diversamente codificato?".

Pensioni pubbliche e contribuzioni silenti: serve un intervento

La questione non appare meno complessa se si analizzano i risvolti per quellecontribuzioni che non possono essere totalizzate o ricongiunte dai lavoratori. Si tratta del noto problema dei contributi silenti, "regolarmente versati dai lavoratori a garanzia del proprio futuro previdenziale, ma solo per un breve periodo a causa di particolari situazioni lavorative spesso transitorie".

Spesso i lavoratori non si vedono accreditare questi versamenti proprio a causa delle norme eccessivamente restrittive. "Impossibile da credere ancorché di farsene una ragione" sostiene Orietta Armiliato, "eppure è così e noi, dunque, sosteniamo le proposte della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, affinché queste palesi ingiustizie possano essere sanate una volta per tutte, ristabilendo principi di logica e di equità. Anche perché" conclude la co-fondatrice del Comitato OD, "a causa di carriere discontinue, sono le donne a doverne subire maggiormente le conseguenze".

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