Potrebbe valere sino a 2,5miliardi il pacchetto di interventi relativi alla riforma Pensioni su cui sta lavorando il Governo Renzi senza sottrarsi al confronto con i sindacati. Risorse che però, in considerazione della situazione economica e finanziare, potrebbero essere difficili da trovare subito. Per questa ragione, secondo quanto spiegato da diverse fonti governative all'Ansa, sembra sempre più probabile che i provvedimenti per la riforma pensioni vengano predisposti in due tempi.

Anticipo Pensionistico e ricongiunzioni gratuite nella legge di Stabilità 2017

I primi provvedimenti, da subito operativi, dovrebbero inseriti nella legge di Stabilità 2017 che sarà varata ad ottobre, mentre la seconda parte di interventi potrebbe trovare spazio in un disegno di legge ad hoc da approvare in primavera. Un tabellino di marcia che sarà oggetto della discussione tra l'esecutivo e le parti sociali, la nuova riunione dovrebbe svolgersi nella prima settimana di settembre. In quei giorni dovrebbero già essere definiti i due provvedimenti più attesi: quello sulla flessibilità in uscita dal lavoro per l'Anticipo Pensionistico (Ape) per gli over 63 - che è il cuore della riforma pensioni targata Renzi che andrà a modificare la legge Fornero - e anche il provvedimento finalizzato a rendere gratuita la ricongiunzione previdenziale ai lavoratori che hanno versato i contributi a più enti pensionistici.

No tax area, Quota 41, lavori usuranti: possibile rinvio misure in primavera

Tra le misure che invece dovrebbero essere rinviate o che comunque non dovrebbero essere affrontate con la manovra finanziaria d'autunno l'aumento delle quattordicesime per i lavoratori che percepiscono pensioni basse, le ipotesi al momento allo studio di Palazzo Chigi sono quelle di aumentare l'entità degli assegni o la platea dei beneficiari.

Verso il rinvio, secondo quanto riferisce oggi l'Ansa, anche l'estensione della no tax area per i pensionati e la flessibilità per lavori usuranti e per i lavoratori precoci, per questi ultimi potrebbe sfumare l'ipotesi dell'introduzione della tanto auspicata quota 41 di anzianità contributiva per l'accesso al pensionamento, come prevede il ddl 857 a prima firma del presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano.