Quando si parla delle vite professionali dei docenti occorre sapere di cosa si discute. Come scrive al portale Orizzonte Scuola una docente campana, in risposta ad un articolo comparso sul Corriere della Sera, serve competenza in materia. La stampa nazionale che parla di scuola spesso non riporta esattamente ciò che sta avvenendo in ordine al concorso docenti 2016. In genere tutte le principali testate giornalistiche non mostrano di avere cognizione esatta della questione concorso. Chi legge questi giornali si forma un'idea distorta sul grado di preparazione dei docenti che sono stati bocciati, ma non si può dare loro torto perché se non si ha competenza sulla materia scuola, riferendosi all'esiguo tempo a disposizione per le risposte ai quesiti della prova scritta, è impossibile raccontare tutta la verità.

La contestazione di fondo

Sarebbe stato più facile parlare in genere di precarizzazione del lavoro statale con le riforme messe in campo da questo governo anziché sparare nel mucchio. Anche tra i medici, gli ingegneri, i politici e i giornalisti possono esserci diversi gradi di capacità e preparazione, eppure si preferisce buttare il bambino con tutta l'acqua sporca quando si parla dei docenti. Sarebbe stato molto più onesto dire che in 10 minuti non si può preparare una Uda e che è inutile sapere qual è la capitale del Burundi per un docente che non insegna geografia. Nessun giornale ha fatto accenno alla questione abilitati formati dalle università italiane a fior di quattrini. Sarebbe subito emersa la stranezza denunciata dai tutor specializzati (Dario Ianes su tutti), la cui capacità viene rimessa in discussione dagli esiti del concorso, di insegnanti altamente qualificati dai Pas e Tfa ma non idonei per insegnare.

Le verità nascoste

L'informazione contemporanea è in linea con gli usi e costumi della gente comune. Si va di fretta e si consuma un articolo apprendendo le notizie in maniera parziale, divorando luoghi comuni e dicerie passate per vere. Ciò che la stampa nazionale ha mostrato sin dai tempi dell'approvazione della legge 107 è solamente “fuffa” senza un briciolo di verità.

Per conoscerla ci sono due modi: chiederla al Miur oppure ai docenti beffati da questa riforma. L'insegnante campana allude alla vera natura del concorso voluto da questo esecutivo, dopo la ben nota sentenza della corte europea di giustizia del 2014 sulla questione storica della stabilizzazione dei precari, del quale si tengono nascosti i reali limiti.