Il giornalista de "Gli occhi della guerra" Giovanni Masini si è infiltrato con tanto di telecamera nascosta tra i lavoratori che sin dalle prime ore dell'alba in questo periodo affollano i vigneti pugliesi, per "pulire" e sistemare i grappoli in vista della successiva vendemmia. Gli acini piccoli e non maturi impediscono agli altri di crescere in modo ottimale, e per questo vengono tolti uno per uno. Un'operazione per la quale i proprietari terrieri reclutano manovalanza a nerosottopagata, spesso non più di 3 euro all'ora; lavorare otto ore significa tornare a casa con 24 euro, e per guadagnarseli si deve sottostare agli ordini dei "caporali".

Un lavoro massacrante

Quello dell'acinino - così vengono chiamati i lavoratori che si occupano dipulire i grappoli- è un lavoro massacrante: trascorrere la giornata con le braccia alzate è molto faticoso, per di più sotto i teloni di plastica utilizzati per riparare l'uva da eventuali piogge, con i caporali che scandiscono i sostenuti ritmi di lavoro. Fino a qualche tempo fa questi lavori erano auspicio di giovani, spesso studenti che vogliono guadagnare qualcosa o pagarsi le vacanze, ma oggi a finire nei campi sono sempre più spessodonne, madri di famiglia che si sacrificano per portare qualche soldo a casa.

Un esercito di lavoratori a nero e sottopagati

Secondo i sindacati il fenomeno riguarda tra le trenta e le quarantamila donne, che ogni giorno si alzano alle prime ore del mattino per finire nei campi delle province di Brindisi, Taranto, Bari, Andria, Foggia e altre località della Puglia.Per ridurre i rischi in caso di verifiche dell'ispettorato del lavoro, alcuni padroni propongono contratti part-time, che si protraggono per un paio di settimane.

In questo modo in caso di controlli la presenza dei bracciantinel campo risulta legittima: è sufficiente dichiarare che hanno iniziato a lavorare da poco, mentre si trovano li dalle prime luci dell'alba.

Alcune aziende agricole hanno l'esigenza di fare figurare di aver assunto alcuni lavoratori per non dare troppo nell'occhio e attivare la macchina dei controlli: ma anziché assumere i lavoratori, ricorrono a manodopera a nero, e assicurano come braccianti i loro parenti, in modo da far maturare loro i requisiti per fare ricorso agli ammortizzatori sociali alla fine del contratto. Le truffe nei confronti dello stato si sommano a quelle sulla pelle dei lavoratori, in un contesto dove il lavoro - seppur sottopagato - è merce sempre più rara.