L'idea di mettere in competizione la riforma previdenziale con i provvedimenti da attuare nella pubblica amministrazione è sbagliata. Lo afferma il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, rispondendoalle ultime dichiarazioni in arrivo da Enrico Zanettiin merito ai provvedimenti in discussione per il rientro di settembre. L'esponente democratico ha poi ripreso gli ultimi commenti rilasciati dal Vice Ministro Morando, quando si è espresso a favore dell'intervento strutturale sulle Pensioni, spiegando che l'azione di welfare non fa saltare i conti pubblici.

"Questo ci rasserena, dopo le preoccupanti dichiarazioni di Zanetti, che pretendevano di dettare le priorità di spesa mettendo all'ultimo ed eventuale posto la previdenza". È chiaro che la questione appare delicata, anche perché come sottolineato in recenti dichiarazioni dallo stesso Parlamentare, le aspettative dei lavoratori sono elevate e l'urgenza di un intervento sul comparto è stata ribadita in diverse occasioni dallo stesso Premier Matteo Renzi.

Riforma pensioni, per Damiano Governo pensa alla flessibilità

Stante la situazione appena descritta, per il Presidente della Commissione lavoro "è chiaro che il Governo la pensa diversamente" rispetto ad una possibile posticipazione dell'APE e degli altri interventi di welfare correlati.

Mentre in merito al tema della flessibilità e alla discussione attualmente in corso con le istituzioni internazionali, l'On. Damiano si dice "d'accordo con Morando: bisogna chiedere all'Europa di mantenere un rapporto tra deficit e Pil al di sopra del 2%, per realizzare una Manovra espansiva e di equità sociale". In questo senso, la discussione sulla flessibilità è destinata ad avere il proprio fulcro proprio nelle sedi delle istituzioni europee, mentre i tecnici di Bruxelles al momento sono attendisti rispetto alla verifica delle coperture per gli interventi annunciati dall'esecutivo, spiegando che se ne riparlerà ad ottobre, quando i dati potranno essere letti nero su bianco all'interno della legge di stabilità 2017.

Pensioni flessibili: necessario un intervento di almeno 2 miliardi di euro

Nel frattempo sulla flessibilità in uscita e sulle altre misure di welfare previdenziale l'On. Damiano ricorda che non potrà essere attuata una riforma al ribasso. "Per le pensioni servono almeno due miliardi di euro", risorse da finalizzare all'anticipo pensionistico, alla correzione dei ricongiungimenti onerosi e all'estensione della 14ma per i pensionati con redditi bassi.

Vi sono poi gli altri interventi che risultano già finanziati, come l'8va salvaguardia in favore dei lavoratori esodati e l'estensione della sperimentazione relativa alle lavoratrici che desiderano ottenere il pensionamento anticipato tramite la cosiddetta opzione donna. Si tratta di provvedimenti attuabili "a costo zero per il bilancio dello Stato, che possono far risaltare l'efficacia delle scelte di equità sociale" fatte dal Governo.

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