E' stato rinviato l'ultimo tavolo di confronto tra governo e sindacati per vagliare le nuove forme di pensionamento flessibile tali da non intaccare la spesa previdenziale. Viste le divergenze tra i due organi rappresentativi, è stato da poco comunicato che«al fine di completare gli approfondimenti sulle materie al centro del confronto in atto, si è concordato di rinviare l'incontro previsto a martedì 27 settembre, alle ore 14.30». Ad ogni modo, sarà alquanto difficile una intesa su tutti i singoli punti di discussione. L'intervento che richiederà maggiore attenzione sarà senz'altro l'anticipo pensionistico (#Ape), il quale permetterà di anticipare l'uscita dal lavoro fino a 3 anni e 7 mesi.

I pensionandi potranno cioè richiedere un prestito della durata di 20 anni e rimborsarlo con cadenza mensile a partire dal momento dell'andata in pensione. Per ora questa misura è sperimentale e sarà concessa dal 2017 a chi è nato tra il 1951 ed il 1953 ed a coloro che sono nati tra il 1952 ed il 1955 dal 2018.

A CHI È DESTINATO L'APE?

Come illustrato nel precedente articolo 'anticipo pensionistico per tutti', l'#Ape è richiedibile da tutti i lavoratori dipendenti sia appartenenti al settore privato che al pubblico impiego ed anche per i lavoratori autonomi. L'Ape si svilupperà sulle seguenti 3 'opzioni':

  • 1) Ape volontaria per coloro che opteranno di anticipare l'uscita dal lavoro ed in tal caso il costo della 'scelta' sarà a loro carico (il 5/6% per ogni anno anticipato fino ad un massimo del 25%, compresi i 3 anni e 7 mesi di anticipo; l'assicurazione per coprire i rischi di premorienza e gli interessi sulla rata mensile;
  • 2) Ape concordata: opzione che richiede l'accordo tra il lavoratore ed il datore di lavoro e si potrà fare ricorso nei casi crisi aziendale o di ristrutturazione. In tali casi i costi dell'operazione sono a carico dell'azienda;
  • 3) Ape social destinata unicamente ad disoccupati privi di indennità economiche e che hanno a carico altri familiari oppure con reddito basso. Infine, sono destinatari dell'Ape social anche quei lavoratori che pur non appartenendo alla categoria degli usuranti, sono comubque considerati meritevoli (ad esempio operai edili, infermieri e probabilmente faranno rientrare anche le maestre dell'asilo). In quest'ultimo caso il costo sarà a carico dello Stato (si stima circa 600 milioni ogni anno per 20 anni) per chi percepira' una pensione di massimo 1400 lordi; invece chi prenderà di più sarà previsto un preluevo mensile in base al reddito. Saranno esclusi dal rimborso solo i c.d. 'meritevoli non usuranti' in quanto hanno 36 anni di contributi (contro i 20 anni minimi di tutti gli altri lavoratori).

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