Ancora una volta boeri si schiera contro le pensioni d'oro. Pensioni che si identificano nei vitalizi che i politici percepiscono o percepiranno quando andranno in pensione. Sono ormai tanti gli anni con i quali è stato permesso ai politici di usufruire di importi che non sono frutto dei versamenti realmente effettuati. Secondo Boeri è dunque il caso di chiedere ai politici un contributo che potrebbe alleggerire i conti previdenziali. Potrebbero beneficiarne quei lavoratori che sonoin condizione di povertà o, ancora meglio, potrebbero beneficiarne i lavoratori in attesa di unamaggiore flessibilità in uscita verso il sistema pensionistico.

La risposta del governo

Nannicini si è detto contrario alla proposta di Boeri. Secondo il sottosegretario questa riduzione potrebbe solo creare delle disparità perché si potrebbero penalizzare coloro i quali non c'entrano nulla. Secondo Nanniciniper poter fare una verifica ci sarebbe bisogno di un gran numero di dati che attualmente non sono disponibili. Si rischierebbe di tagliare delle pensioni alte ma meritate a fronte diassegniche sono invece generosi rispetto ai contributi versati. Ancora una volta il governo e i politici fanno fronte comune per respingere le richieste di abbassare le loro pensioni. E non ne parlano nemmeno di provare a fare controlli e verifiche ed escludano di dover cedere parte dei vitalizi di cui copiosamente usufruiscono.

E questo fa ancora capire quanto la casta sia impegnata a proteggere i propriprivilegi rispetto alla gente comune.

Lo stesso Nannicini oggi è presente al tavolo delle trattative con i sindacati per discutere della flessibilità pensionistica. Secondo Proietti, segretario confederale della UIL, oggi si potrebbe arrivare alla conclusione del dibattito.

Per quanto riguarda i lavoratori precoci c'è ancora da discutere e verificare la possibilità di concedere la quota 41. Una delle proposte fatte dai sindacati è quella della quattordicesima mensilità ai pensionati che non arrivano ai 1.000 euro con l'assegno pensionistico.