Il1 Gennaio del 2017 è il giorno ufficiale in cui l'indennità di mobilità viene definitivamente sostituita dalla naspi (nuovo ammortizzatore sociale per l'impiego), concludendo cosi un ciclo di procedure previste dal Jobs act del governo Renzi per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, cioè di incorporare i vari sussidi di disoccupazione in un unico strumento di gestione e pagamento, cioè la Naspi.

Questa azione farà risparmiare all'erario dell'Inps una cifra considerevole dato che la durata e l'importo dei 2 ammortizzatori sociali sono molto diversi tra loro, tutto questo a danno del lavoratore che perderà il proprio posto di lavoro per giusta causa o cessazione del proprio contratto lavorativo.

Anche i datori di lavoro verranno penalizzati, dato che non potranno più godere dei vantaggi e benefici fiscalidovuti all'assunzione di un lavoratore che percepisce la mobilità.

Naspi: l'unico ammortizzatore sociale italiano dal 2017

Cosi, nel 2017si concluderà un ciclo di transizione che ha portato la Naspi ad essere l'unico strumento adibito come ammortizzatore sociale per tutti coloro che perderanno il proprio posto di lavoro con l'eliminazione dei vari strumenti che vi erano in precedenza. Ilnuovo ammortizzatore sociale per l'impiego avrà durata pari alla metà dei mesi che il lavoratore ha prestato durante gli ultimi 4 anni e non potrà essere erogato per più di 2 anni.

Per quanto riguarda invece il calcolo dei pagamenti, la somma dovuta all'ex lavoratore dovrebbe aggirarsi intorno al 75% di ciò che percepiva nella sua busta paga.

Da notare che la cifra erogata non potrà essere superiore ai 1300 Euro mensili, e che a partire dal 3 mese l'assegno percepito verrà decurtato periodicamente del 3% del suo importo fino alla fine della sua durata.

Disoccupazione: meglio la Naspi o l'indennità di mobilità?

La Naspi purtroppo per i lavoratori, è uno strumento che deve tutelare loro, ma deve anche salvaguardare l'erario dell'Inps.

Rispetto a tutti i vecchi ammortizzatori sociali vedrà leggermente aumentare l'importo dovuto a chi ne fa richiesta, e abbraccerà un numero più vasto di disoccupati che perderanno il posto di lavoro, ma d'altra parte la sua durata sarà parecchio inferiore a ciò che i vecchi sussidi ci avevano abituato. Ovviamente paragonandolo all'indennità di mobilità in durata e somme percepite, la maggior parte dei vantaggi andrà a favore dell'Inps e quindi dello stato che risparmierà cifre non indifferenti.