La "scusa" ufficiale è che domani mattina il Consiglio dei Ministri presieduto dal premier Matteo Renzi dovrà esaminare la nota di aggiornamento del Def (Documento di economia e finanza), di fatto è stato ancora una volta rinviato l'incontro conclusivo sulla riforma Pensioni tra il governo e i sindacati che era previsto, dopo un precedente rinvio, per domani martedì 27 settembre a partire dalle ore 14 nella sede del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Pensioni e flessibilità, rinviata riunione esecutivo-parti sociali

Il ministro Giuliano Poletti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Stefano Nannicini, insieme ai leader di Cgil, Cisl e Uil, hanno preso la decisione di rinviare di 24 ore l'incontro inizialmente previsto per domani.

Il nuovo incontro sulla riforma pensioni, dunque, è stato aggiornato, salvo ulteriori clamorosi rinvii, a mercoledì 28 settembre. A spiegare le ragioni di quest'ennesimo slittamento del tavolo di confronto tra governo e sindacati una nota del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dalla quale si apprende che la riunione è stata aggiornata in considerazione del fatto che il Consiglio dei Ministri, martedì 27 settembre, dovrà discutere il Def.

In Consiglio dei Ministri il Documento di economia e finanza

In realtà, l'esame del Documento di economia e finanza era programmato da tempo, non è che dietro quest'ennesimo rinvio si nascondono ulteriori difficoltà del Governo Renzi nell'affrontare i nodi venuti al pettine nell'ambito della riforma pensioni?

Sarà davvero il 28 settembre il nuovo incontro o ci sarà un ulteriore slittamento? Di certo c'è che si dovrà attendere ancora di più per conoscere quali siano e risorse che l'esecutivo intende destinare alle varie misure sulle previdenza: dall'Anticipo pensionistico per gli over 63 alla quota 41 per i cosiddetti lavoratori precoci, dall'ampliamento della no tax area pensionati all'estensione delle maglie dei lavori usuranti, dalle ricongiunzioni pensionistiche non più onerose alla possibile proroga dell'Opzione donna fino al 2018. Su tutto questo si resta in attesa però di un accordo tra governo sindacati, sarà poi comunque il premier Matteo Renzi a prendere la decisione definitiva sulla riforma pensioni 2016.