Ha fatto molto discutere, in questo inizio di anno scolastico 2016/2017, la lettera di un padre italiano che quest'estate non ha fatto fare i compiti delle vacanze a suo figlio. Le parole di Marino Peiretti, padre del piccolo Mattia, sono rimbalzate nelle ultime settimane sui media nazionali sollevando un vivacedibattito: in effetti quello dei compiti a casa (anche nei periodi di vacanza) è uno dei tanti temi caldi nell'ambito della scuola italiana. E non solo. E' notizia delle ultime ore, infatti, che in Spagna un'importante confederazione di associazioni familiari ha convocato per novembre un vero e proprio "sciopero dei compiti".

Vediamo cosa è successo.

Scuola, lo sciopero dei compiti in Spagna

La CEAPA (confederación de familias de los centros públicos) è un grande organismo checomprende 12.000 associazioni di genitori spagnole. Essa ha chiesto l'appoggio del governo e dei docenti affinchè, nel mese di novembre, "liberino" completamente gli alunni dai compiti nei fine settimana. L'obiettivo più generale è l'eliminazione totale dei "deberes" (compiti in spagnolo), giudicati inutili e anzi dannosi. Se il supporto delle istituzioni non dovesse arrivare, la confederazione è pronta a proclamare il primo "sciopero dei compiti" in terra ispanica. In Europa, l'unico precedente è francese e risale al 2012. Piccola parentesi: in Francia, in realtà,i compiti a casa sono vietati (almeno nelle scuole elementari) fin dal 1956, anche se molti maestri continuano ad assegnarli in piccole dosi, comportamento che appunto ha scatenato la protesta quattro anni fa.

In Spagna, la scelta se assegnare i compiti dipende da ogni centro scolastico e da ogni insegnante, anche se alcune comunità autonome (tra cuile Isole Canarie, Cantabria e Murcia) hanno emesso raccomandazioni per la loro "razionalizzazione" . In generale, Madrid sta da tempo studiando la soluzione più virtuosa per quanto riguarda questo aspetto: per il momento, la Spagna si attiene al vecchio consiglio che dice di dedicare 10 minuti al giorno (fuori dall'orario scolastico) per riprendere le lezioni al primo anno di corso, 20 minuti al secondo e così via.

Scuola, troppi compiti a casa? Il caso italiano

Anche in Italia non esiste una vera e propria regolamentazione della materia, la decisione sui compiti a casaè affidata al singolo insegnante. A detta di molti, però, l'alleanza educativa Scuola famiglia è sacra e molto più importante del compito in sè: ciò che si contesta a quel padre che non ha fatto fare i compiti estivi al figlio è un comportamento di "superiorità" che lede, nei fatti, l'autorità dei suoi insegnanti agli occhi del figlio.

Non sarebbe stato meglio, si chiedono molti esponenti della scuola italiana, se il padre avesse parlato dell'eccessivo peso del lavoro estivo con i docenti del ragazzo? Lasciando da parte il caso in questione, nel nostro paese il fronte "no compiti" è sempre più agguerrito. Cosa ne pensate? I compiti sono uno strumento utile per fissare le nozioni imparate in classe o un inutile spreco di tempo? Se vi va, lasciate un commento sotto l'articolo.