Martedì 27 settembre 2016 avrà luogo l'incontro Governo – sindacati sulle Pensioni. Per le misure, che saranno inserite nella manovra di bilancio dovrebbero essere stanziati nel complesso poco più di due miliardi. Riportata da un’ANSA diffusa online domenica 25 settembre 2016 in tarda sera, questa cifra andrà a coprire le spese per le varie misure della riforma delle pensioni, tra cui l’APE. Oltre ad occuparci dell’APE e vedere le ultime notizie ad oggi lunedì 26 settembre 2016 sui lavoratori precoci, di seguito, daremo conto con maggiore precisione delle istanze portate avanti dal Comitato Opzione Donna, di cui ci siamo occupati solo fugacemente e utilizzando un’espressione atecnica (“penalizzazioni”) in un precedente articolo e che pertanto riteniamo di dover meglio specificare dando la doverosa rettifica.

APE, cos'è e quanto costa

L’APE,che darà la possibilità a chi compie 63 anni (e quindi è distante meno di 3 anni e 7 mesi dall'età di vecchiaia) di andare in pensione anticipata, è un prestito bancario assicurato che il pensionando dovrà restituire nei 20 anni successivi con trattenute mensili sulla pensione, a titolo di rata, che potrebbero sfiorare il 25% dell'importo nel caso di anticipo per la durata massima (i famosi 3 anni e 7 mesi). Per le fasce più disagiate e per quelle categorie di lavoratori considerate meritevoli, il governo ha messo sul piatto la cosiddetta APE Social, a costo zero per alcuni e che avrà costi ridotti per altri. Previste, inoltre, misure anche per le uscite dovute a crisi aziendali con oneri a carico delle imprese.

Sulla platea dei destinatari dell’APE Social si gioca una fetta importante della partita sulla previdenza.Per l’APE dovrebbero essere stanziati circa 500 milioni per il 2017.

Si defila Quota 41 Precoci

Questione particolarmente spinosa è quella che interessa i lavoratori precoci. Con l’ipotesi Quota 41 che sembra sempre più defilarsi per i suoi elevati costi, il Governo Renzipotrebbe mettere sul tavolo un intervento per l'uscita anticipata a vantaggio solo di chi ha iniziato l’attività lavorativa prima dei 16 anni.

Su questa ipotesi, i sindacati hanno espresso le maggiori riserve, trattandosi di un ulteriore passo indietro anche rispetto all’ipotesi dei 41 anni e 10 mesi per tutti i precoci. Stando alle ultime notizie ANSA, per l’intervento sui precoci, o meglio sui super precoci, il Governo ha messo sul tavolo 600 milioni.

Ricongiunzioni NON onerose, una battaglia del Comitato Opzione Donna

L’attuale sistema della gestione separata Inps, che prevede costi aggiuntivi per la ricongiunzione dei contributi versati nelle diverse casse previdenziali, è uno dei freni alle adesioni all’istituto dell’Opzione Donna. Tale onerosità, definita da molti come una “stortura” del sistema, è stata denunciata come profondamente ingiusta anche dal Comitato Opzione Donna che a più riprese ne ha chiesto il superamento (rinviamo all’intervista ad Orietta Armiliato, co-fondatrice del Comitato, per ulteriori approfondimenti). In un precedente articolo, abbiamo scritto che il Comitato Opzione Donna “chiede la diminuzione delle penalizzazioni”.

Errato. Ciò che chiede è il superamento di un sistema penalizzante, sopra descritto, delle ricongiunzioni onerose. E questa battaglia, anche grazie al Comitato Opzione Donna, potrebbe avere ora un esito diverso, con il Governo che, al netto di un investimento di 100 milioni di euro, potrebbe finalmente rendere possibile l'unificazione dei periodi contributivisenza costi aggiuntivi.