La situazione del Lavoro in Italia è sempre più preoccupante. Il numero dei poveri cresce, specialmente nel Sud Italia, dove gli italiani hanno superato per la prima volta gli stranieri per presenze nelle mense della Caritas. Il lavoro manca anche per i giovani, i quali sempre più vanno a cercare fortuna all'estero. Basta leggere i dati pubblicati dall'Osservatorio sul precariato dell’Inps per farsi un'idea di come le aspettative future riguardo il nostro paese siano sempre più nere.

Lavoro: calano i contratti a tempo indeterminato

L'Inps ha reso noto che nei primi otto mesi del 2016 sono diminuiti i contratti a tempo indeterminato stipulati in Italia.

Nel periodo gennaio-agosto sono state 3.782.000 le assunzioni a tempo indeterminato operate da datori di lavoro privati, con un vistoso calo dell'8,5% rispetto al medesimo lasso di tempo dello scorso anno, ovvero 351.000 assunzioni in meno. Una situazione resa ancor più problematica da quanto mostrato nel report ministeriale sui movimenti dei rapporti di lavoro.

Lavoro: questa la causa della diminuzione

L'Osservatorio ha spiegato la ragione di questa grave diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2015: "Come già segnalato nell’ambito dei precedenti aggiornamenti dell’Osservatorio, il calo va considerato in relazione al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni» spiegano gli esperti.

Analoghe considerazioni possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato".

Lavoro: aumentano i voucher e i licenziamenti

Diminuiscono i contratti, ma aumentano altri due elementi: i voucher e i licenziamenti. I buoni lavoro seguono e migliorano l'andamento positivo già registrato nel 2015.

Nei primi otto mesi dell'anno sono stati ben 96,6 milioni i voucher venduti, con un incremento del 35,9% rispetto all'anno scorso. Purtroppo, però, sono cresciuti anche i licenziamenti. Si è passati dai 36048 del 2015 ai 46255 del 2016. Un dato negativo che non lascia ben sperare per il futuro del nostro paese. Il lavoro resta un privilegio per pochi.