Il nuovo pacchetto di misure destinato ad agevolare i criteri di accesso all'Inps sta per entrare nel vivo della discussione parlamentare. La riforma della previdenza, nel suo stato attuale di bozza, postula la possibilità di accedere alla pensione senza penalizzazionicon un anticipo massimo di 3 anni e 7 mesi per circa 34 mila persone (secondo le ultime stime inseritenella Legge di Bilancio 2017), ovvero per la platea che potrà contemporaneamente far valere anche i 30-36 anni di versamenti. Si tratta della cosiddetta Ape social, destinata a chi ha perso il lavoro in età avanzata avendo esaurito le altre risorse di welfare, assiste coniugi o parenti disabili, ha una disabilità riconosciuta dallo Stato per almeno il 74% o rientra all'interno di 11 specifiche tipologie di lavoro riconosciuti come pesanti (dalle maestre di asilo al personale sanitario come infermieri e ostetriche, fino ai ferrovieri).

Sulla possibilità di percepire l'assegno social peserà però una tagliola costituita dal limite di reddito, che dovrà essereal massimo di 1500,00 € per risultare senza oneri aggiuntivi. La parte in eccesso sarà invece soggetta ai costidi mercato.

Riforma pensioni 2017, confermate anche APE volontaria e aziendale

All'interno della bozza riguardante la legge di bilancio arrivata in Parlamento vi sono anche altre due forme di agevolazione per chi vorrà approfittare dell'anticipo pensionistico: si tratta del'Ape volontaria e di quella aziendale. La prima presenta identici requisiti anagrafici rispetto all''uscita social, prevedendo però una penalizzazione sul futuro assegno stimata attorno al 4,5% l'anno.

L'anticipo risulterà al di fuori del perimetro dell'imposizione fiscale e sarà suddiviso in 12 mensilità. In questo caso il limite è posto a livello di ingresso e corrisponde ad almeno 700 euro, cifra al di sotto della quale non sarà possibile fruire dell'opzione. Mentre la durata minima del prestito dovrà essere di 6 mesi.

Ad accompagnare l'APE volontaria ci sarà poi RITA, la pensioneanticipata che sarà possibile richiedere contestualmenteal proprio fondo previdenziale privato. Infine, l'Ape aziendale prevede la possibilità che sia l'impresa a farsi carico dei costi del prepensionamento, purché vi sia in essere una situazione di ristrutturazione aziendale ed il lavoratore abbia già fruito degli altri sostegni di welfare previsti all'interno del nostro ordinamento.

Precoci e Quota 41: arriva la nuova pensione di anzianità

Nel pacchetto di riforma previdenziale trovano posto anche i lavoratori precoci, che vedono finalmente concretizzarsila possibilità di uscire con la quota 41 (numero corrispondente agli anni di versamenti effettivi per poter accedere all'Inps). La misura sarà però (anche in questo caso) condizionata daalcuni requisiti accessori, come l'aver versato almeno un anno di contribuzione prima del 19esimo anno d'età, oltre al fatto di rientrare nelle stesse categorie meritevoli di tutela giàdefinite al'interno dell'Ape social.

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