Una lettera scritta da un genitore sessantenne al noto giornale 'Il Fatto Quotidiano', ed in particolar modo alla celebre blogger ed opinionista Selvaggia Lucarelli, ripropone un tema particolarmente scottante, come quello del rapporto tra genitori e figli, tra padri e figli in particolare. Sempre più genitori, infatti, hanno la tendenza a difendere strenuamente i figli davanti ai loro insegnanti, convinti di essere dei padri e delle madri 'esemplari', bravissimi nell'impartire l'educazione alle proprie 'creature'.

Ultime news scuola, lunedì 31 ottobre: padre scrive a Selvaggia Lucarelli, 'Ho scoperto chi è mio figlio'

Nella lettera pubblicata da 'Il Fatto Quotidiano', l'uomo racconta di essere uno degli ultimi con il telefonino ancora con il display in bianco e nero, oltre al fatto di starsene lontano dai social network. Il fatto è che un anno fa, il padre sessantenne ha regalato al proprio figlio quattordicenne uno smartphone, pensando che potesse servire al giovane, considerato sino ad allora 'un innocuo bravo ragazzo', così si legge nella lettera.

Dopo aver letto un articolo scritto proprio da Selvaggia Lucarelli, a proposito dei pericoli che si possono nascondere dietro l'uso inappropriato di un cellulare da parte degli adolescenti, l'uomo ha deciso di sbirciare all'interno dello smartphone del figlio.

L'uomo racconta come in 'una conversazione di gruppo c’era di tutto: turpiloquio, pornografia e allusioni sessuali, persino qualche accenno agli spinelli.'

Spinto dalla curiosità, l'uomo ha aperto altri messaggi e le amare scoperte sono continuate come un fiume in piena: pesanti insulti ai professori, battute sull’ipotesi che la compagna di classe in sovrappeso fosse spogliata in mezzo alla palestra e legata come un maiale; senza contare i messaggi alla sua prima fidanzatina, il cui rapporto è finito da poco, in cui la ragazza viene definita 'put**na'.

Rapporto docenti-genitori e quella tendenza a difendere ad oltranza i figli

Il genitore dice di aver messo giù il telefono livido di rabbia per suo figlio, accorgendosi, per la prima volta di come gli stimoli che provengono dal mondo esterno crescano in maniera occulta, 'nascosti dall’immagine dei figli che abbiamo da quando sono nati'.

La lettera termina con un ringraziamento nei confronti della blogger: 'Ora so chi è mio figlio e sono ancora in tempo per aiutarlo'. Ecco perchè quando, in casi come questo, gli insegnanti raccontano amare verità, spesso i genitori reagiscono male.