La nuova Manovra in corso di approvazione in Parlamento non prevede importanti novità solo per quanto concerne la flessibilità di accesso al pensionamento, ma anche un segno di discontinuità rispetto alle politiche contributive praticate in passato. Nel corso degli anni si è infatti assistito ad un progressivo aumento dell'aliquota di contribuzione a carico dei lavoratori con partita iva iscritti alla gestione separata dell'Inps. A partire dal prossimo anno si concretizzerà una riduzione della percentuale applicata ai professionisti che non risultano iscritti ad alcuna cassa privata.

Sulla base di quanto previsto in precedenza dall'Ordinamento, le aliquote avrebbero dovuto subire un incremento per arrivare a posizionarsi nel 2019 al 33%, di fatto adeguandosi a quanto versato complessivamente dai lavoratori dipendenti. Lo prevedeva la Manovra Fornero, che ha previsto un percorso di progressivo inasprimento delle aliquote (già oggi sulla soglia del 27%). Questa riduzione rappresenta quindi un importante inversione di marcia, sebbene sia necessario considerare l'impatto sui futuri assegni per via del calcolo contributivo. Approfondiamo insieme la questione all'interno del nostro articolo.

Pensioni e contribuzione in GS Inps: le informazioni sui nuovi meccanismi di versamento

Stante la situazione appena descritta, vediamo di fare ordine nella questione sia in merito agli adempimenti che alle scadenze. La Manovra 2017 prevede che l'aliquota di contribuzione della gestione separata cambi a partire dal prossimo primo gennaio, mentre resterà invariato il contributo dello 0,72% previsto per l'indennità di maternità, gli assegni familiari e la degenza ospedaliera, la malattia ed il congedo parentale.

Complessivamente, la nuova percentuale di contribuzione è quindi stimata al 25,72% del reddito complessivo prodotto dal professionista. La soglia precedente era invece fissata al 27,72%, quindi la riduzione è di due punti percentuali netti rispetto agli adempimenti in essere fino al 2016. Ricordiamo che la modifica riguarda solo i lavoratori che risultano titolari di una partita iva, pertanto nulla va a modificarsi per i collaboratori.

Mentre resterà sempre al 24% la contribuzione applicata a chi risulta già iscritto ad un altro fondo obbligatorio, oppure risulta già in pensione (anche se per via indiretta).

Riduzione dell'aliquota e montante contributivo: cosa cambierà rispetto al futuro assegno

Se la riduzione della percentuale dovuta all'Inps per la gestione separata sarà accolta con sollievo dai destinatari, bisogna però sottolineare che la contropartita risulterà in un montante contributivo più basso al momento della pensione. Il meccanismo di calcolo dei futuri assegni prevede infatti di erogare un vitalizio sulla base di alcuni coefficienti di conversione del capitale in rendita, pertanto l'entità della futura pensione sarà direttamente proporzionale a quanto versato.

Ne risulta che versamenti più bassi comporteranno anche assegni più bassi per il futuro: un dato che non deve essere sottovalutato dai contribuenti.

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