Mentre gli occhi dei pensionandi restano puntati sugli emendamenti in esame alla Camera, resta accesa la dialettica per quanto concerne i pensionamenti anticipati e le tutele di welfare riconducibili alla cosiddetta FASE II del confronto tra Governo e parti sociali. Il verbale firmato circa un mese e mezzo fa prevede infatti l'avvio di un confronto in merito a numerose questioni sulla flessibilità nell'accesso all'Inps per chi percepirà una pensione interamente contributiva. L'idea è innanzitutto quella di studiare la possibile introduzione di un assegno di garanzia, correlato agli anni di versamenti oltre che all'età di uscita, in modo da garantire un sostegno anche per le Pensioni che produrranno emolumenti medio - bassi.

Al contempo sarebbero allo studio nuovi interventi di riforma del sistema previdenziale privato, dopo la misura della rendita anticipata (RITA) in discussione all'interno della LdB2017; ma interessanti novità riguarderebbero anche i pensionamenti flessibili. Vediamo perché nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

Pensioni flessibili e FASE II: gli altri provvedimenti

Altro importante nodo in discussione è il requisito del livello minimo relativo all'importo dell'assegno per poter fruire del pensionamento anticipato con il sistema contributivo puro. Attualmente la legge fissa il parametro a 2,8 volte l'assegno sociale, una barriera che è considerata iniqua visto che il sistema contributivo produce assegni di importi moderati soprattutto per coloro che hanno avuto una carriera lavorativa discontinua (come effettivamente avviene per i più giovani).

La discussione verterebbe quindi su di una modifica del requisito, che potrebbe dimezzarsi e aprire le porte dell'Inps tramite l'anticipata contributiva già a partire dai 63 anni. Al fianco della misura potrebbe poi collocarsi anche un provvedimento in favore di chi ha svolto lavoro di cura in famiglia, mentre l'adeguamento all'AdV rispetto ai lavori svolti potrebbe concretizzarsi come la prosecuzione di un discorso già iniziato con l'APE per quanto concerne i lavori usuranti.

Riforma previdenziale, allo studio anche la perequazione dei trattamenti

Stante la situazione appena descritta, dalla FASE II del confronto tra Governo e sindacati sono attese novità riguardanti il sistema di rivalutazione degli assegni. L'idea è quella di introdurre un nuovo meccanismo che funzioni sugli scaglioni di importo, in modo da confermare anche per il 2019 quanto previsto nella legge 388 del 2000.

Mentre al centro dell'attenzione c'è anche l'indice attualmente utilizzato per gli adeguamenti, considerato da molti non sufficientemente rappresentativo della struttura dei consumi dei pensionati.

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