Via libera in prima lettura alla legge di Bilancio 2017 che contiene al suo interno la riforma Pensioni. La terza finanziaria targata Renzi ha dunque superato il primo giro di boa con l'ok dell'aula della Camera dei Deputati presieduta e adesso la manovra passa al Senato della Repubblica per la sua seconda lettura. Ma pesa l'incognita referendum.

Varata in prima lettura la terza finanziaria del Governo Renzi

La manovra, su cui il Governo Renzi aveva posto e ottenuto la questione di fiducia, è stata votata oggi (lunedì 28 novembre), in un clima politico infuocato anche per via della campagna referendaria, con 290 voti a favore e 118 contrari.

Il testo adesso è pronto per approdare a Palazzo Madama dove la discussione riprenderà dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre che ha praticamente monopolizzato l'agenda politica nelle ultime ore. Diverse le questioni ancora aperte e rinviate al Senato, anche se il premier Matteo Renzi e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan smentiscono questa ipotesi, il destino della manovra, dunque le eventuali modifiche, dipenderanno in qualche modo dal responso delle urne sul referendum. In attesa di conoscere il testo della legge di Bilancio nel dettaglio, ecco quali sono le principali novità in materia di riforma pensioni introdotte durante l'esame in commissione Bilancio alla Camera.

Pensioni: modifiche solo per Opzione Donna, esodati e ricongiunzioni

Le modifiche apportate durante l'esame del testo sul fronte previdenziale in realtà non sono molte. Ad eccezione della proroga al 31 dicembre 2015 dell'Opzione donna, della salvaguardia definitiva esodati, delle ricongiunzioni gratuite i provvedimenti rimangono in buona sostanza invariati.

Sulla prosecuzione di Opzione donna fino al 2018 così come sulla Quota 41 per i lavoratori precoci senza penalizzazioni e paletti di varia natura si preannuncia una battaglia a colpi di emendamenti al Senato. Così come sulle modifiche per l'Anticipo pensionistico sia volontario che social, diverse le proposte di modifica per l'ampliamento della platea dei beneficiari che sono state respinte durante l'esame alla Camera e che dovrebbero essere riproposte al Senato.