Slitta ancora il tavolo delle trattative tra il Governo Renzi ed i sindacati sul rinnovo dei contratti per il pubblico impiego nell'ambito della riforma della Pubblica Amministrazione. Proprio nei giorni scorsi i tre sindacati riuniti, Cgil, Uil e Cisl, avevano pubblicato un comunicato congiunto nel quale denunciavano la non convocazione del tavolo delle trattative da parte dell'Esecutivo, in partciolare del ministro per la Funzione Pubblica, Marianna Madia. L'incontro, che già era annunciato per la fine dello scorso settembre, è di fondamentale importanza per arrivare a una soluzione dei temi più importanti per gli statali: rinnovo del contratto, aumenti di stipendio, attuazione o meno della riforma Brunetta per la distribuzione dei bonus nell'ambito degli stessi incrementi in busta paga.

Riforma Pubblico impiego 2016 e contratto statali: trattativa dopo il referendum?

Il nuovo contratto degli statali e gli aumenti di stipendio necessitano di una stagione dei rinnovi. Proprio nella giornata di ieri, informa Il Messaggero, il ministro Marianna Madia, rispondendo nel Parlamento, ha affermato che il Governo Renzi è pronto alla fase delle trattative, ma persiste ancora il problema dei nodi. Infatti, la legge di Bilancio 2017 ha stanziato per la riforma della Pubblica amministrazione un miliardo e mezzo di euro ai quali andranno aggiunti i trecento milioni non spesi e risalenti alla legge di Stabilità 2016. Ma le risorse dovranno finanziare anche il rinnovo del bonus 80 euro per il comparto della sicurezza e le nuove assunzioni di personale statale, incluso quello della scuola.

Rinnovo contratto statali 2016: di quanto aumenteranno gli stipendi?

E, in più, nella trattativa per il rinnovo dei contratti degli statali incombe l'incognita del referendum del 4 dicembre prossimo: per questo motivo è escluso che il tavolo tra Governo Renzi e sindacati possa essere convocato a breve tempo. Molto più probabilmente se ne riparlerà nel 2017, e non ad inizio anno, quando verrà predisposta la riforma del pubblico impiego e l'emanazione del nuovo Testo unico.

Al momento mancano, pertanto, le risorse per un equo risarcimento di quanto perso di stipendio dagli statali per il blocco dei contratti dal 2009 e le regole. La riforma Brunetta, infatti, escluderebbe dagli aumenti di stipendio un quarto dei dipendenti pubblici. E, da questa regola, dipenderà anche l'aumento in busta paga: dai calcoli che si fanno, si va da un minimo di 16 euro ad un massimo di 40 euro in più al mese.