Adesso, soprattutto a causa della legge Fornero, si va in pensione decisamente più tardi rispetto a prima, ma con assegni previdenziali in media migliori per effetto di attività lavorative più durature e continuative: questa una fotografia del Censis sul sistema previdenziale italiano mentre si attende ancora il via libera definitivo alla riforma Pensioni targata Renzi incluse nella legge di Bilancio 2017 che da dopodomani sarà in discussione al Senato dove si continua a sperare negli emendamenti per l'estensione dell'Ape social e Opzione donna fino al 2018.

Una ricerca basata sull'analisi dei dati raccolti tra il 2004 ed il 2013 introdotta dal Censis nel nuovo rapporto sul sistema previdenziale che rivede pure la tradizionale immagine dei pensionati italiani, che nella nuova visione diventano distributori orizzontali di risorse e non più solo percettori passivi welfare.

Pensioni, la fotografia del sistema previdenziale scattata dal Censis

Nell'arco di tempo che va dal 2004 al 2013, l'incidenza dei nuovi pensionati di vecchiaia che hanno versato contributi previdenziali per non più di 35 anni cala dal 54,9 per cento al 37,5 per cento. L'incidenza dei nuovi pensionanti che hanno versato contributi previdenziali per un periodo compreso tra i 36 e i 40 anni passano dal 37,6 per cento al 33,7 per cento, secondo i dati contenuti nel rapporto del Censis.

Mentre per i pensionati che hanno carriere contributive maggiori dei 40 anni l'incidenza praticamente si quadruplica e passa dal 7,6 per cento al 28,8 per cento. Secondo quanto emerge dal dossier del Censis sul sistema pensionistico, in merito alla situazione socioeconomica dei pensionati si regista un miglioramento. Nel periodo compreso tra il 2008 e il 2014 il reddito medio del totale delle pensioni è aumento del 5,3 per cento, passando mediamente da 14.721 euro a 17.040 euro.

I nuovi dati su pensionati e pensionandi in attesa della riforma pensioni

Questi i nuovi dati che arrivano dal Censis mentre si resta in attesa del via libero definitivo al piano di riforma pensioni introdotto nella manovra economica e finanziaria che da martedì 6 dicembre sarà al vaglio del Senato dopo aver ricevuto in prima lettura l'ok della Camera.

Non si escludono provvedimenti al testo della manovra, anzi appaiono sempre più probabili, possibili novità in arrivo anche sul fronte della riforma pensioni. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha aperto su possibili modifiche dell'Anticipo pensionistico sociale per una sua possibile estensione e c'è chi punta a far accogliere dal governo le proposte di modifica per la proroga di Opzione donna al 2018 e per la Quota 41 per il pensionamento dei lavoratori precoci, proposte che sono state respinte a Montecitorio e che con molta probabilità saranno ripresentate a Palazzo Madama.