Con la prossima approvazione della legge di bilancio in Parlamento si aprirà per i lavoratori la possibilità di fruire del pensionamento anticipato tramite un doppio binario, pubblico e privato. Ma se l'idea di flessibilizzare la previdenza segue le richieste di lavoratori e parti sociali, è sull'entità delle penalizzazioni associate ai futuri assegni che sembra ancora esistere una grande distanza rispetto alle esigenze espresse dalle persone. D'altra parte, sono stati gli stessi sindacati ad esprimere perplessità al riguardo, tanto che la Cgil ha messo nero su bianco nella propria nota dello scorso 16 novembre 2016 come l'APE volontaria resti troppo simile ad uno strumento finanziario, con la conseguenza di scaricare i costi e le rigidità del sistema sui pensionandi.

Traducendo in percentuali questa premessa, significa che ci si troverà ad affrontare tagli tra il 5% ed il 6% per ogni anno di anticipo, anche se la penalizzazione potrà essere mitigata nel tempo grazie agli adeguamenti degli assegni. L'impegno resta comunque gravoso se consideriamo che stiamo parlando di un prestito di durata ventennale: vediamo insieme perché e come funziona.

Pensioni anticipate e APE volontaria: gli altri criteri e vincoli richiesti

Le conferme in arrivo dal primo passaggio parlamentare hanno ribadito le penalizzazioni (che ricordiamo, non sussistono per la cosiddetta APE social ma solo per quella volontaria). L'età di ingresso minima resta comunque quella dei 63 anni, con un anticipo massimo di 3 anni e 7 mesi rispetto ai criteri ordinari della pensione di vecchiaia, mentre gli anni di contribuzione devono essere almeno venti.

A queste condizioni si aggiunge il vincolo di avere un futuro assegno non inferiore ad 1,4 volte la pensione sociale. La rata sarà contenuta da un tetto massimo al valore dell'anticipo, che potrà essere del 95% ad un anno dalla pensione, del 90% sopra l'anno e dell'85% qualora il tempo di attesa sia uguale o superiore ai tre anni.

Tra i costi bisognerà inoltre tenere in considerazione il vincolo alla sottoscrizione di un'assicurazione, il cui premio andrà a pesare sulla rata per la quota di competenza annua, mentre gli interessi risulteranno detraibili dalla dichiarazione dei redditi per il 50% del loro importo.

Fondi pensione e uscite anticipate: arriva RITA

Oltre all'anticipo pensionistico APE, la Manovra in approvazione porta importanti novità anche per quanto riguarda i lavoratori che risultano iscritti al pilastro previdenziale privato. A partire dal primo maggio 2017 sarà possibile infatti fruire di RITA, la rendita integrativa temporanea anticipata che garantirà delle agevolazioni massime sull'imposta applicata al montante. Chi sceglierà questa soluzione si vedrà applicare un'aliquota massima del 15% (quella minima può scendere fino al 9% sulla base degli anni effettivi di permanenza). I criteri di accesso restano i medesimi dell'APE, sebbene non vi siano vincoli che obbligano di percorrere contemporaneamente entrambe le opzioni, che restano legate dagli stessi requisiti ma indipendenti.

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