I Giudici di Pace invocano uno sciopero collettivo da domani 19 dicembre sino al 22 dicembre 2016.

La motivazione della protesta è da individuare nella richiesta dei giudici di pace di un decreto che riconosca loro la continuità di servizio, la previdenza, l'assistenza sociale in caso di malattia, maternità o infortuni, le ferie e uno stipendio equiparato al loro incarico che sia in grado di garantirgli indipendenza.

Comunità Europea riconosce diritti

"Il governo ci deve riconoscere la continuità del servizio, piene tutele previdenziali ed assistenziali, uno stipendio congruo e commisurato all'alta funzione da noi svolta" afferma il presidente dell'Unione dei Giudici di Pace Mariaflora di Giovanni, sostenendo che non è solo la Costituzione italiana a garantire tali diritti ai Giudici di Pace, ma anche la Comunità Europa che nel soggetto del Consiglio d'Europa si è già espressa favorevole al riconoscimento dei diritti spettati ai Giudici di Pace contrariamente alle decisioni del Governo italiano.

Blocco dei processi

"Senza di noi la giustizia si ferma: non meno di mezzo milione di processi resteranno al palo" - afferma l'Unione Nazionale dei Giudici di Pace - "La Commissione Europea, anche su sollecitazione del Parlamento Europeo, sta per avviare la procedura di infrazione contro l'Italia: sarebbero miliardi di euro di risarcimenti e sanzioni che graverebbero sul popolo italiano».

Lo sciopero invocato per la settimana prossima provocherà quindi un blocco totale di un numero elevato di processi provocando così l'allungamento dei tempi di estinzione di tali cause e in tal modo un aumento esponenziale dei costi della Magistratura.

"La riforma della giustizia del ministro Orlando cancella il giudice di pace, ossia l'unica figura di magistrato che ha garantito celerità ed efficienza alla giustizia in Italia." afferma il segretario generale dell'Unione Alberto Rossi, sostenendo anche che la riforma abbia così trasformato i Giudici di Pace in meri ausiliari del Magistrato in Carriera, violando in tal modo l'articolo 101 della Costituzione Italiana e impedendo in tal modo il compimento degli obblighi spettanti al Magistrato Onorario.