Alla fine, anche Renzi ha dovuto arrendersi di fronte alla realtà dei fatti. Il plebiscito contro la riforma costituzionale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e lo stesso ex sindaco di Firenze si era ormai convinto che l'epilogo sarebbe stato questo. Indubbiamente, la Scuola ha recitato un ruolo importante nel verdetto finale delle dimissioni, anche e soprattutto per quel tentativo in extremis, poco prima del voto sulla riforma, di recuperarne la fiducia. Troppo tardi. Due anni di 'Buona Scuola' (o per meglio dire 'Cattiva Scuola' così come l'hanno da sempre ribattezzata docenti e Ata) non si possono rattoppare con promesse dell'ultimo minuto.

Ultime news scuola, lunedì 5 dicembre 2016: promesse Renzi non sono servite ad evitare la sua caduta

Mai come nelle ultime settimane il governo era stato così 'mieloso' ed accondiscendente. Basti pensare alla volontà di riaprire con i sindacati il dialogo per il contratto sulla mobilità e la deroga al vincolo triennale; pensiamo alle promesse, fatte dal Presidente Renzi, alle docenti delle GaE infanzia, escluse ingiustamente dal piano straordinario della Buona Scuola e, per di più, messe in 'castigo' sulla questione del potenziamento; e come non ripensare alla promessa del Miur della trasformazione di 25mila cattedre in organico di diritto? Vogliamo parlare dell'intesa governo-sindacati raggiunta alla 'velocità della luce' sul rinnovo di un contratto bloccato da sette anni?

Referendum, il Sud e le Isole determinanti nel 'mandare a casa' Matteo Renzi

Se si guarda alla mappa del NO al referendum, salta agli occhi un dato eclatante: è stato soprattutto il Sud a voler cacciare Matteo Renzi dalla poltrona di Palazzo Chigi. E se pensiamo alla scuola, non possiamo non collegare le percentuali record del NO fatte registrare nel Sud Italia e nelle Isole al disastro avvenuto con il piano straordinario mobilità e alle migliaia di docenti che sono stati costretti, in pratica, a fare le valigie e ad accettate l'aut aut del Miur.

E' tempo di voltare pagina, ma non è nemmeno il caso di lasciarsi prendere dalla troppa euforia. Il primo auspicio sarebbe quello di poter tornare alla democrazia: e poi, a prescindere da chi sarà il nuovo Presidente del Consiglio a venire, la scuola si aspetta dei cambiamenti importanti.