Sono riprese le trattative per rinnovare i contratti degli statali e per decidere sugli aumenti di stipendio derivanti dalla riforma della Pubblica Amministrazione del ministro Madia. Ieri, all'Aran sono stati ricevuti i sindacati per fare il punto della situazione: il nodo più delicato per il rinnovo del contratto è rappresentato dalle risorse non sufficienti per assicurare l'aumento di 85 euro in busta paga decretato al termine dell'accordo di fine novembre 2016. Tuttavia, la trattativa sarà articolata e impegnerà il ministro per la Pubblica amministrazione, Madia e i sindacati a incontrarsi più volte nelle prossime settimane.

Contratti statali 2017, un miraggio l'aumento di stipendio di 85 euro?

In tema del rinnovo del contratto degli statali per il 2017 si è espresso anche Renato Brunetta, padre della riforma del 2009 che puntava a decretare aumenti di stipendio connessi alla produttività ed al merito. Sulla propria pagina Facebook, Brunetta sottolinea che l'accordo al quale sono arrivati il ministro Madia e le sigle Uil, Cigl e Cisl (nemmeno tutte in rappresentanza dei lavoratori del pubblico impiego), fu presentato come sblocco del contratto con aumenti di 85 euro alla vigilia del referendum, ma senza fare i conti con le poche risorse a disposizione per assicurare un incremento di questa portata. Inoltre, tale accordo è arrivato per smontare la stessa riforma che porta la sua firma e ridare alla contrattazione con i sindacati la supremazia rispetto alla legge.

Ed è proprio questo, secondo Brunetta, l'obiettivo finale dell'accordo del 30 novembre scorso. Inoltre, l'intesa tra l'allora Governo Renzi e i sindacati rappresenta un passo indietro rispetto a quanto detto dallo stesso Renzi nel luglio scorso sul merito, ovvero legare alla produttività i premi per chi nella Pubblica amministrazione lavora bene.

Riforma Pubblica amministrazione 2017 e contratto statali: ecco gli aumenti per il 2017?

A conti fatti, dal rinnovo del contratto degli statali, anche secondo Brunetta le risorse attualmente disponibili riuscirebbero a garantire, per il 2017, un aumento parziale rispetto agli 85 euro promessi da Renzi. Infatti, la cifra, confermata anche da Il Sole 24 Ore di qualche settimana fa, si fermerebbe a poco più di 35 euro mensili.

Al momento, per entrare a pieno regime, la riforma della Pubblica amministrazione necessiterebbe di cinque miliardi di euro per il triennio 2016/2018, ma le risorse sono ferme a poco più della metà (3,3 miliardi).