Sono ore agitate quelle dei giornalisti di Sky, in sciopero dalle ore 12 di martedì 24 gennaio per protestare contro le decisioni avanzate dall’amministratore delegato Andrea Zappia nel piano di recente approvazione. Le misure previste nel documento comporterebbero il quasi totale smantellamento della redazione giornalistica di Roma del colosso di Murdoch. La volontà aziendale è quella di trasferire il Tg di Sky dalla capitale a Milano e i numeri dello spostamento fanno spavento. 310 trasferimenti nel capoluogo lombardo, 200 esuberi tra personale amministrativo, tecnico oltre che fra i giornalisti e, infine, altri mille lavoratori dell’indotto che rischiano di perdere il lavoro nel caso in cui Sky chiudesse realmente i battenti a Roma.

A voler essere precisi, la redazione della capitale verrebbe ridotta drasticamente, dai 600 dipendenti attuali, la sede verrebbe ridimensionata nel numero di circa 20-25 giornalisti, con compiti riguardanti la cronaca Politica e quella del Centro-Sud Italia. Il piano coinvolge non solo la sede di Milano e Roma, rispettivamente 80 e 120 licenziamenti, ma anche quella di Cagliari, con 10 trasferimenti previsti.

I giornalisti di Sky passano all’azione

A una notizia simile è difficile restare inermi e i giornalisti di Sky Tg24 sono passati subito ai fatti. Oltre al suddetto sciopero proclamato, hanno proposto una mozione di sfiducia nei confronti della direttrice del noto telegiornale nazionale, Sarah Varetto e hanno cercato aiuto e sostegno nella politica.

Sono stati coinvolti alcuni deputati del PD e il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, il quale ha promesso di convocare un tavolo di discussione.

Tutti si aspettano che della faccenda si interessi anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, essendo l’azienda una delle più floride del territorio italiano- un fatturato di 2.800 milioni di euro e l’utile di 60 milioni ne fanno la società prima per fatturato del settore. I giornalisti di Sky non sono soli, hanno espresso la loro solidarietà la Federazione nazionale della Stampa italiana, le associazioni regionali di Roma e Milano e i colleghi della Mediaset.