Dopo avervi informato sui concorsi pubblici per educatore e pedagogista, continuano i nostri aggiornamenti. Il 18 ottobre sono stati firmati i protocolli d’intesa tra l’APEI regione Puglia e tre istituti scolastici di Lecce che hanno aderito al progetto pilota 'Unità di pedagogia scolastica'.

Il progetto è stato inserito nel PON 2014/2020, poiché: 'Tale convergenza favorirebbe l’ottimizzazione degli esiti formativi, in termini di riduzione della dispersione scolastica e prevenzione del fallimento formativo precoce'.

A distanza di più di tre mesi abbiamo deciso di intervistare in esclusiva Stefania Coti, presidente APEI della regione Puglia, per conoscere quali sono i risultati fino ad ora riscontrati.

Intervista in esclusiva a Stefania Coti

Il 18 ottobre è stato firmato un progetto pilota presentato dall’APEI che prevede l’ingresso del pedagogista e dell'educatore nelle scuole. Ad oggi quali sono i risultati riscontrati?

Le tre 'Unità di pedagogia scolastica' operano gratuitamente e sono attive dalla prima settimana di novembre. A distanza di poco più di due mesi lavorativi (circa 40 giornate scolastiche) ritengo opportuno parlare di effetti piuttosto che di risultati.

Si tratta di effetti significativi sia dal punto di vista numerico (sono stati presi in carico complessivamente più di 50 casi), sia per quanto riguarda il livello di 'attenzione educativa' dei genitori su argomenti aventi come focus l’educazione e l’apprendimento in ogni contesto di vita del minore, sia per la disponibilità a partecipare alla progettazione pedagogica condivisa da parte dei docenti.

Gli interventi attuati riguardano prevalentemente consulenze ai genitori, ai docenti, osservazione diretta in classe, partecipazione agli incontri in equipe con il consiglio di classe e con i genitori, elaborazione di progetti educativi mirati in riposta ai bisogni emersi.

Le famiglie e i docenti come hanno percepito il vostro ingresso nelle scuole?

All'inizio dell’attività di consulenza, è stato consegnato ai genitori e ai docenti un questionario. Dalla lettura di circa 950 questionari si evince che l'ingresso del pedagogista nelle scuole è percepita dalle famiglie e dai docenti come 'un’opportunità di crescita', una 'risorsa di riferimento', un 'valore aggiunto' all'interno della scuola grazie al quale hanno l’opportunità di essere sostenuti nel proprio ruolo educativo in modo responsabile e consapevole.

Quali sono gli obiettivi prossimi che volete raggiungere?

Il nostro obiettivo è l'ingresso del pedagogista ma anche dell’educatore in tutte le scuole del territorio nazionale. Inoltre, intendiamo promuovere la pedagogia in quanto scienza per favorire la diffusione di una cultura pedagogica nell'opinione pubblica ed istituzionale, in linea con tutti i paesi europei e non solo.

Quali sono i mezzi che utilizzerete per portare avanti la vostra mission?

L’APEI continuerà nel suo impegno per il riconoscimento giuridico delle professioni di pedagogista ed educatore e proseguirà nell'azione di divulgazione scientifica della pedagogia attraverso convegni, seminari, tavole rotonde, laboratori. Inoltre, promuoverà altre 'Unità di pedagogia scolastica'.

Il vostro progetto va ad applicare la legge regionale 31 del 2009 sul diritto allo studio. Come mai non viene applicata?

Il regolamento attuativo della legge regionale 31 del 04/12/2009 non ha previsto l’attivazione del titolo III della presente legge con il quale è istituita l’unità di pedagogia scolastica. L’Assessore regionale S. Leo ha partecipato al convegno 'Il pedagogista scolastico'. Qui ha espresso il suo apprezzamento per il progetto, riconoscendo i pedagogisti come figure centrali dell’educazione all'interno della scuola. Nelle sue parole riponiamo l’auspicio che, a conclusione del progetto, si possa trovare nelle regioni, a partire dalla Puglia, un valido supporto per il riconoscimento e l’attuazione dell’Unità di pedagogia scolastica.

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