Il cosiddetto bonus Bebè, l’assegno di natalità INPS, sarà in vigore anche nel 2017, anzi, questo sarà l’ultimo anno in cui si potrà percepire l’incentivo per le famiglie con nuove nascite o adozioni. Entrato nel pacchetto normativo nel 2015, l’assegno di natalità fu previsto per il triennio fino al 2017.Il 19 gennaio l’INPS ha emanato un nuovo messaggio con nuove ed importanti novità per l’assegno, per le attestazioni isee ed per nuove procedure operative.

A chi spetta?

Ricapitoliamo: l’assegno di natalità è un assegno per ogni figlio nato o adottato tra il 1° gennaio 2015 ed il 31 dicembre 2017 erogato dall’INPS a determinate famiglie.

In linea di massima, il bonus spetta a famiglie in cui sia presente un figlio nato, adottato o affidato anche temporaneamente che abbiano un ISEE in corso di validità non superiore a 25.000 euro. Per ISEE pari o inferiore a 7.000 euro, calcolato sul nucleo familiare del richiedente, l’importo del bonus è di 160 euro al mese per 12 mesi, cioè 1.920 euro annui. Per ISEE superiori a 7.000 euro, ma entro la soglia massima dei 25.000, il bonus è pari alla metà, cioè 80 euro al mese. Il Bonus è aperto a tutti i cittadini italiani, comunitari ed stranieri con permesso di soggiorno di lunga durata, la ex carta di soggiorno.

Il nuovo messaggio INPS

Il bonus quindi è collegato all’ISEE, l’indicatore della situazione economica il cui valore è calcolato secondo le nuove regole introdotte dal DPCM n° 159 del 5 dicembre 2013.

L’ISEE fuoriesce da una autodichiarazione del cittadino, tramite la DSU. In parole povere, è il cittadino che dichiara ciò che ha di redditi, cioè che ha come proprietà immobiliari, mobiliari e così via. Il messaggio dell’INPS riguarda proprio questa autodichiarazione e la procedura di acquisizione dati. L’INPS ha implementato il meccanismo che consente immediatamente in sede di rilascio della certificazione, di incrociare i dati auto dichiarati con quelli presenti nelle banche dati in suo possesso.

L’Agenzia delle Entrate, interpellata dall’INPS nel momento di istruttoria dell’ISEE, mette a disposizione dell’Istituto le anomalie riscontrate. In definitiva, nella certificazione compaiono tutti le anomalie e se esse riguardano conti correnti, libretti di risparmio e simili, nella certificazione ISEE compaiono i codici fiscali ed il numero dei rapporti finanziari omessi o errati.

L’ISEE sarà comunque pronto, ma con un elenco di anomalie che potrebbero essere vincolanti per quanto riguarda la concessione delle agevolazioni richieste ed anche del Bonus Bebè. Infatti, l’INPS nel messaggio informa che nel caso in questione, per il Bonus Bebè, se venissero riscontrate omissioni e anomalie, le nuove domande sarebbero sospese in attesa della nuova DSU. Stessa cosa per i rinnovi per coloro che già percepiscono il Bonus. In questo caso, i pagamenti verranno sospesi sempre in attesa che i beneficiari correggano le anomalie. Molto importante è correggere le anomalie entro l’anno di riferimento della dichiarazione. L’Istituto infatti precisa che nel caso in cui le dichiarazioni del 2017 che risultano errate, dovranno essere corrette entro la fine dell’anno.

In caso contrario, scattando l’anno 2018, non sarà più possibile correggere le vecchie dichiarazioni e quindi si perderà anche il diritto ad ottenere gli arretrati dei mesi in cui il pagamento del bonus fosse sospeso.