In finlandia è stato attivato dal primo gennaio dell’anno corrente un esperimento sociale, il noto e discusso reddito di base. Saranno scelti a caso 2.000 disoccupati di età compresa fra i 25 e i 58 anni, i fortunati sorteggiati riceveranno un reddito mensile di 560€. Il progetto ha una durata di due anni e lo scopo è quello di combattere la disoccupazione. Si spera che con il sostegno economico del reddito di base, le persone siano incentivate ad accettare più facilmente lavori anche poco remunerativi, come i part-time. La manovra vuole soppiantare l’attuale strumento di aiuto ai disoccupati.

Infatti, al momento in Finlandia c’è un sussidio per i disoccupati ma tale contributo viene perso nel momento in cui il disoccupato trova lavoro. Si crea così un circolo vizioso per cui chi è senza occupazione, evita di iniziare una nuova carriera lavorativa per non rischiare di perdere l’entrata mensile sicura costituita dal sussidio. Nei fatti il sussidio diventa un disincentivo al cambiamento.

Il reddito di base vuole quindi soppiantare tale aiuto per riuscire a spezzare l’empasse in cui si trovano i disoccupati finlandesi. Il reddito verrebbe erogato nella sua interezza anche nel caso in cui il destinatario dell’aiuto trovi un lavoro o muti la propria posizione redditizia. Si riuscirebbe così a bloccare il circolo vizioso in cui si trovano i disoccupati del paese scandinavo.

Il reddito di base, dubbi e aspettative

Il governo finlandese si è impegnato in questo progetto per cercare di risollevare la stagnante situazione in cui versa il paese dallo scoppio della crisi economica. La chiusura del colosso Nokia e i tanti ingegneri licenziati, hanno creato un’emergenza disoccupazione dove il tasso delle persone senza lavoro, nelle ex città industriali, tocca quasi il 16%.

L’esperimento finlandese suscita grande curiosità e le aspettative sugli esiti di questo test sono attese con ansia in tutto il mondo. Il concetto del reddito di base è ostacolato dalle concezioni liberiste che rinnegano il concetto di dover dare dei soldi a delle persone che non se li sono sudati col duro lavoro. Altro problema, è la paura che le persone beneficiarie di un simile aiuto, tendano a diventare pigre. L’esito lo potrà dire solo la Finlandia il 31 dicembre 2018.